La violenza domestica e di genere rappresenta una delle più gravi violazioni dei diritti umani e una piaga sociale che colpisce milioni di persone nel mondo, indipendentemente dall’età, dalla condizione economica o culturale. Questo fenomeno, spesso celato tra le mura domestiche, ha conseguenze devastanti sulla vita delle vittime, compromettendo il loro benessere fisico e psicologico. Nonostante i progressi normativi e le campagne di sensibilizzazione, la violenza di genere continua a essere diffusa, rendendo necessario un impegno costante da parte delle istituzioni e della società.
In questo articolo esploreremo le cause, le forme e le conseguenze della violenza di genere, analizzando il quadro normativo e gli strumenti di tutela a disposizione. L’obiettivo è sensibilizzare sull’importanza di prevenire e contrastare questo fenomeno, promuovendo una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.
1. Definizione e tipologie di violenza
La violenza domestica e di genere si manifesta in diverse forme, spesso interconnesse tra loro e caratterizzate da un progressivo peggioramento della situazione della vittima.
Tra le principali tipologie di violenza troviamo:
- Violenza fisica: comprende aggressioni come percosse, spinte, morsi o qualsiasi altra azione che causi dolore o danni fisici alla vittima. Questa forma di violenza può portare a lesioni gravi, con esiti a volte fatali.
- Violenza psicologica: si manifesta attraverso minacce, umiliazioni, isolamento, controllo e manipolazione emotiva. Le vittime spesso sviluppano bassa autostima, ansia e depressione a causa del continuo abuso psicologico.
- Violenza sessuale: include qualsiasi forma di coercizione o abuso sessuale, compresi gli stupri, le molestie e le pressioni per atti sessuali non consensuali. Questa forma di violenza ha conseguenze fisiche e psicologiche particolarmente gravi.
- Violenza economica: si verifica quando il partner o un membro della famiglia limita l’accesso della vittima alle risorse finanziarie, impedendole di essere indipendente. Può includere il controllo dei soldi, il divieto di lavorare o l’imposizione di spese obbligate.
- Violenza digitale: un fenomeno sempre più diffuso con l’uso delle tecnologie, che comprende il controllo degli account social, la diffusione non consensuale di immagini intime (revenge porn), il cyberstalking e altre forme di abuso online.
2. Cause della violenza di genere
Le radici della violenza di genere sono complesse e affondano in fattori culturali, sociali ed economici. Alcune delle principali cause includono:
- Disparità di genere: una cultura patriarcale e sessista favorisce il dominio maschile e la subordinazione femminile, rafforzando dinamiche di potere sbilanciate.
- Educazione e stereotipi di genere: modelli educativi che rafforzano l’idea della superiorità dell’uomo sulla donna contribuiscono a normalizzare comportamenti violenti sin dall’infanzia.
- Fattori economici e sociali: la dipendenza economica e la mancanza di sostegno familiare o istituzionale possono rendere difficile per le vittime uscire da situazioni di abuso.
- Uso di alcol e droghe: spesso correlati agli episodi di violenza, sebbene non siano la causa primaria, possono amplificare comportamenti aggressivi.
- Mancanza di adeguata protezione legale: in alcuni contesti, le leggi contro la violenza di genere non sono applicate in modo efficace, lasciando le vittime prive di tutela.
Codice Rosso
Per contrastare la violenza sulle donne e sui minori è entrata in vigore laLegge n. 69, pubblicata in data 19.07.2019 denominata “Codice Rosso”. La normativa consente di adottare più celermente i provvedimenti di protezione delle vittime dei reati di maltrattamenti in famiglia, c.d “stalking” e violenza sessuale. Si introduce un canale prioritario, prevedendo tempi ristrettissimi, per cui, la notizia di un reato di violenza domestica o di genere, meriterà di essere trattata con prontezza.
Polizia Giudiziaria e comunicazione di violenza al Pubblico Ministero
Tra le nuove tutele previste, vi è l’obbligo per la Polizia Giudiziaria di trasmettere immediatamente la denuncia-querela della vittima al Pubblico Ministero. Quest’ultimo, dall’iscrizione della notizia di reato, avrà l’obbligo di assumere entro 3 giorni informazioni da chi ha denunciato i fatti. Le indagini preliminari inoltre, non potranno più essere dichiarate chiuse, senza avere appunto sentito le persone offese dal reato. Se prima dell’entrata in vigore della Legge era la polizia giudiziaria a decidere quando al di fuori di reati gravissimi come strage, mafia e terrorismo, ci fossero “ragioni d’urgenza”, oggi vengono ridotti i margini di discrezionalità delle Autorità. Le autorità sono infatti tenute per le disposizioni introdotte dal “Codice Rosso” a comunicare al Pubblico Ministero sempre e immediatamente le notizie di reato di maltrattamenti e violenze.
Divieto di avvicinamento e altri reati introdotti dal “Codice Rosso”
Importanti modifiche sono state introdotte anche per quanto concerne la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, introducendo in tal senso la possibilità di garantire il rispetto della misura, anche attraverso mezzi elettronici o strumenti tecnici, come il noto braccialetto elettronico.
Inasprimento delle pene per violenza: maltrattamenti e stalking.
Il “Codice Rosso” prevede inoltre l’inasprimento delle pene attualmente previste in caso di violenza:
- il maltrattamento contro familiari e conviventi previsto da un minimo di due ad un massimo di sei anni, passa ad un minimo di tre e un massimo di sette;
- il delitto di atti persecutori (stalking) previsto da un minimo di sei mesi a un massimo di cinque anni, passa ad un minimo di un anno e un massimo di sei anni e sei mesi.
Il codice rosso fermerà la violenza?
La violenza domestica e di genere è un fenomeno estremamente grave che, troppo spesso, tende a non arrestare il proprio corso e che spesso finisce in tragedia. La nuova normativa, prevedendo un inasprimento sanzionatorio nonché un’accelerazione dei tempi nella fase delle indagini, rappresenta finalmente un tentativo di arginare il fenomeno. Le nuove modifiche apportate sembrerebbero avere avuto sin da subito un effetto positivo, essendo aumentato esponenzialmente il numero di denunce sporte. Ciò in ragione del fatto che, l’immediata presa in carico della vittima da parte delle autorità, sembra incoraggiare le vittime di tali reati a denunciare le violenze, rivolgendosi fiduciosamente a Polizia e Carabinieri.
3. Conseguenze della violenza sulle vittime
Le ripercussioni della violenza domestica e di genere sono profonde e possono avere effetti a lungo termine su chi la subisce:
- Danni fisici: dalle contusioni alle fratture, fino a conseguenze più gravi come invalidità permanente o morte. Le vittime possono necessitare di cure mediche prolungate.
- Effetti psicologici: ansia, depressione, disturbi post-traumatici da stress (PTSD), attacchi di panico e, nei casi più estremi, tendenze suicide. L’abuso psicologico continuo può causare danni emotivi irreparabili.
- Impatto sociale ed economico: isolamento, difficoltà a mantenere un impiego, perdita di indipendenza finanziaria e problemi nelle relazioni interpersonali. Le vittime possono sviluppare sfiducia nei confronti degli altri e difficoltà a ricostruire la propria vita.
- Effetti sui figli: i bambini che crescono in un ambiente violento possono sviluppare problemi comportamentali, difficoltà scolastiche e, in alcuni casi, ripetere schemi di violenza in età adulta.
4. Strumenti di contrasto e prevenzione
Per combattere la violenza di genere è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, forze dell’ordine, scuole e la società civile. Tra gli strumenti principali per la prevenzione e il contrasto troviamo:
- Leggi e normative: in molti paesi esistono leggi specifiche per la protezione delle vittime, come il Codice Rosso in Italia, che accelera le procedure giudiziarie nei casi di violenza domestica.
- Centri antiviolenza e case rifugio: strutture che offrono supporto psicologico, legale e ospitalità alle vittime in pericolo. Questi centri sono fondamentali per offrire un’alternativa sicura alle vittime.
- Linee di emergenza: numeri gratuiti di aiuto attivi 24 ore su 24, come il 1522 in Italia, che offrono supporto immediato e consulenze alle vittime.
- Educazione e sensibilizzazione: programmi scolastici e campagne di comunicazione per promuovere la parità di genere e prevenire la violenza sin dall’infanzia. È fondamentale educare le nuove generazioni al rispetto e alla non violenza.
- Sostegno alle vittime: percorsi economico-sociali per aiutare chi subisce violenza a ricostruire la propria vita. Ciò include programmi di reinserimento lavorativo e supporto psicologico a lungo termine.
- Formazione delle forze dell’ordine e degli operatori sociali: affinché possano riconoscere e gestire in modo efficace i casi di violenza, evitando la vittimizzazione secondaria.
CONCLUSIONI
La violenza domestica e di genere è un fenomeno sistemico che affonda le sue radici in secolari disuguaglianze culturali e sociali. Per sradicarla, non basta intervenire sui singoli episodi di abuso, ma è necessario adottare un approccio globale che includa prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli. Le istituzioni devono rafforzare le misure legali e garantire l’applicazione effettiva delle leggi, fornendo risorse adeguate ai centri antiviolenza e alle case rifugio. La collaborazione tra forze dell’ordine, servizi sociali, educatori e comunità locali è indispensabile per creare una rete di supporto efficace.
L’educazione gioca un ruolo chiave nella prevenzione della violenza. È fondamentale promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza sin dalla giovane età, inserendo nei programmi scolastici tematiche sulla parità di genere e sul rispetto reciproco. Le campagne di sensibilizzazione devono raggiungere ogni strato della società, incoraggiando chiunque sia testimone di episodi di violenza a intervenire e segnalare.
Dal punto di vista sociale, è necessario decostruire gli stereotipi che perpetuano la sottomissione di genere e la normalizzazione della violenza. Solo un cambiamento culturale profondo potrà portare a una società in cui nessuno si senta in pericolo all’interno delle proprie mura domestiche o in spazi pubblici.
Infine, è cruciale il coinvolgimento di tutti: non solo delle istituzioni e degli organi preposti, ma anche dei singoli cittadini. Rompere il silenzio, supportare le vittime e promuovere una mentalità basata sul rispetto e sulla parità sono azioni fondamentali per costruire un futuro libero dalla violenza. Ogni individuo può fare la differenza, contribuendo a una trasformazione sociale che renda il mondo un posto più giusto e sicuro per tutti.
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Avv. Francesco Frezza
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