IRRIPETIBILITÀ DELLE SOMME VERSATE A TITOLO DI MANTENIMENTO E COMPENSAZIONE

Il coniuge può chiedere la restituzione delle somme versate a titolo di mantenimento?

Anche se il tito­lo dell’articolo può sem­bra­re mol­to com­ples­so (e in alcu­ne par­ti potreb­be risul­ta­re tale) pro­ve­re­mo a trat­ta­re l’argomento di oggi in modo sem­pli­ce ed esau­sti­vo cer­can­do di dare una rispo­sta effi­ca­ce ai nostri let­to­ri.

TI STAI CHIEDENDO SE LE SOMME VERSATE A TITOLO DI MANTENIMENTO POSSANO ESSERE RIPETUTE? E CHE RAPPORTO C’È CON LA COMPENSAZIONE? BENE, ADESSO CHIARIREMO TUTTI I TUOI DUBBI.

L’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to e com­pen­sa­zio­ne rap­pre­sen­ta un aspet­to fon­da­men­ta­le del dirit­to di fami­glia. Que­sto prin­ci­pio impli­ca che le som­me ver­sa­te da un coniu­ge all’al­tro o ai figli, in ese­cu­zio­ne di un prov­ve­di­men­to giu­di­zia­le o di un accor­do, non pos­so­no esse­re richie­ste indie­tro, anche in caso di cam­bia­men­to del­le cir­co­stan­ze.

Il Prin­ci­pio del­l’Ir­ri­pe­ti­bi­li­tà

Il prin­ci­pio del­l’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà si fon­da su due con­si­de­ra­zio­ni prin­ci­pa­li:

  1. Natu­ra Ali­men­ta­re del­le Som­me: Le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to han­no una natu­ra ali­men­ta­re, cioè sono desti­na­te a garan­ti­re i biso­gni essen­zia­li del coniu­ge o dei figli bene­fi­cia­ri. Que­sto tipo di obbli­go ha una fun­zio­ne di soli­da­rie­tà fami­lia­re che pre­va­le su altre con­si­de­ra­zio­ni eco­no­mi­che.
  2. Tute­la del­la Sta­bi­li­tà del­le Rela­zio­ni Fami­lia­ri: Per­met­te­re la ripe­ti­zio­ne del­le som­me ver­sa­te mine­reb­be la sta­bi­li­tà eco­no­mi­ca e psi­co­lo­gi­ca dei bene­fi­cia­ri, crean­do un’in­cer­tez­za dan­no­sa per il benes­se­re fami­lia­re. Que­sto prin­ci­pio è vol­to a evi­ta­re ulte­rio­ri con­flit­ti e con­ten­zio­si tra le par­ti.

In Ita­lia, il prin­ci­pio del­l’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to è san­ci­to dal­la giu­ri­spru­den­za e dal­la dot­tri­na. La Cor­te di Cas­sa­zio­ne ha ripe­tu­ta­men­te affer­ma­to che le som­me ver­sa­te in ese­cu­zio­ne di un prov­ve­di­men­to di man­te­ni­men­to non pos­so­no esse­re resti­tui­te, anche se suc­ces­si­va­men­te il prov­ve­di­men­to vie­ne modi­fi­ca­to o revo­ca­to.

Ma esi­sto­no del­le ecce­zio­ni a que­sto prin­ci­pio? Vedia­mo­lo insie­me

Si, esi­sto­no alcu­ne ecce­zio­ni al prin­ci­pio del­l’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà:

  1. Erro­re o Fro­de: Se le som­me sono sta­te ver­sa­te in segui­to a un erro­re mate­ria­le o a una fro­de, l’ob­bli­ga­to può chie­de­re la ripe­ti­zio­ne di quan­to paga­to inde­bi­ta­men­te. In que­sti casi, è neces­sa­rio dimo­stra­re l’e­si­sten­za del­l’er­ro­re o del­la fro­de.
  2. Prov­ve­di­men­to Prov­vi­so­rio Suc­ces­si­va­men­te Modi­fi­ca­to: Se un prov­ve­di­men­to prov­vi­so­rio di man­te­ni­men­to vie­ne suc­ces­si­va­men­te modi­fi­ca­to in via defi­ni­ti­va, è pos­si­bi­le, in alcu­ni casi, richie­de­re la resti­tu­zio­ne del­le som­me ver­sa­te in ecces­so. Que­sto, tut­ta­via, è un ter­re­no giu­ri­di­co com­ples­so e con­tro­ver­so, che richie­de un’a­na­li­si det­ta­glia­ta del­le cir­co­stan­ze spe­ci­fi­che.

L’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te ha impor­tan­ti impli­ca­zio­ni pra­ti­che:

  1. Sicu­rez­za Eco­no­mi­ca per i Bene­fi­cia­ri: I bene­fi­cia­ri del­le som­me di man­te­ni­men­to pos­so­no con­ta­re su una sicu­rez­za eco­no­mi­ca che non vie­ne mes­sa in discus­sio­ne da even­tua­li ripen­sa­men­ti o cam­bia­men­ti di situa­zio­ne del­l’ob­bli­ga­to.
  2. Ridu­zio­ne dei Con­ten­zio­si: Que­sto prin­ci­pio con­tri­bui­sce a ridur­re i con­ten­zio­si post-divor­zio o sepa­ra­zio­ne, poi­ché evi­ta che le par­ti ritor­ni­no in tri­bu­na­le per richie­de­re la resti­tu­zio­ne del­le som­me ver­sa­te.
  3. Equi­tà e Giu­sti­zia: Garan­ti­re l’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te rispon­de a un prin­ci­pio di equi­tà e giu­sti­zia, pro­teg­gen­do il coniu­ge eco­no­mi­ca­men­te più debo­le e i figli.

Dopo aver dato una spie­ga­zio­ne fisio­lo­gi­ca dell’istituto for­se è impor­tan­te sof­fer­mar­si su degli aspet­ti pato­lo­gi­ci che pos­so­no osta­co­la­re il nor­ma­le “iter” del­lo stes­so.

In par­ti­co­la­re ci chie­dia­mo cosa pos­sa acca­de­re se le som­me desti­na­te al coniu­ge sono irre­pe­ri­bi­li e qua­li pos­sa­no esse­re le cau­se di que­sta irre­pe­ri­bi­li­tà.

L’ir­re­pe­ri­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to e com­pen­sa­zio­ne rap­pre­sen­ta un pro­ble­ma rile­van­te sia dal pun­to di vista giu­ri­di­co che socia­le. Que­sto feno­me­no si veri­fi­ca quan­do le som­me desti­na­te a garan­ti­re il sosten­ta­men­to di un coniu­ge o di figli, sta­bi­li­te da una sen­ten­za di sepa­ra­zio­ne o divor­zio, non ven­go­no ero­ga­te dal sog­get­to obbli­ga­to. Le con­se­guen­ze di tale man­can­za pos­so­no esse­re gra­vis­si­me, inci­den­do sul­la qua­li­tà del­la vita dei bene­fi­cia­ri e ali­men­tan­do con­ten­zio­si lega­li.

Cau­se del­l’Ir­re­pe­ri­bi­li­tà del­le Som­me

  1. Dif­fi­col­tà Eco­no­mi­che del Sog­get­to Obbli­ga­to: Una del­le cau­se più comu­ni è la dif­fi­col­tà eco­no­mi­ca del sog­get­to che deve ver­sa­re il man­te­ni­men­to. La per­di­ta del lavo­ro, la dimi­nu­zio­ne del­le entra­te o situa­zio­ni di insol­ven­za pos­so­no ren­de­re impos­si­bi­le per l’ob­bli­ga­to adem­pie­re ai pro­pri dove­ri.
  2. Man­can­za di Volon­tà: In alcu­ni casi, l’ir­re­pe­ri­bi­li­tà è dovu­ta alla man­can­za di volon­tà del sog­get­to obbli­ga­to, che sce­glie deli­be­ra­ta­men­te di non effet­tua­re i paga­men­ti. Que­sto com­por­ta­men­to può esse­re moti­va­to da ran­co­re, disac­cor­di per­so­na­li o sem­pli­ce­men­te da una man­can­za di sen­so di respon­sa­bi­li­tà.
  3. Eva­sio­ne e Fro­de: Non sono rari i casi in cui l’ob­bli­ga­to ten­ti di elu­de­re i pro­pri obbli­ghi attra­ver­so mano­vre frau­do­len­te, come il tra­sfe­ri­men­to di beni a ter­zi, l’oc­cul­ta­men­to di red­di­ti o l’a­per­tu­ra di con­ti cor­ren­ti all’e­ste­ro.

Con­se­guen­ze per i Bene­fi­cia­ri

La man­ca­ta rice­zio­ne del­le som­me di man­te­ni­men­to ha con­se­guen­ze diret­te e deva­stan­ti sui bene­fi­cia­ri. Per i figli, ciò può signi­fi­ca­re la pri­va­zio­ne di beni essen­zia­li, come cibo, abbi­glia­men­to e acces­so all’i­stru­zio­ne. Per il coniu­ge eco­no­mi­ca­men­te più debo­le, spes­so signi­fi­ca l’in­ca­pa­ci­tà di man­te­ne­re un teno­re di vita digni­to­so e, in alcu­ni casi, può por­ta­re all’in­di­gen­za.

Qua­li pos­so­no esse­re allo­ra gli stru­men­ti giu­ri­di­ci di tute­la?

Per con­tra­sta­re l’ir­re­pe­ri­bi­li­tà del­le som­me di man­te­ni­men­to, il siste­ma giu­ri­di­co pre­ve­de diver­si stru­men­ti di tute­la:

Seque­stro dei Beni: Il tri­bu­na­le può dispor­re il seque­stro dei beni del­l’ob­bli­ga­to per garan­ti­re il paga­men­to del­le som­me dovu­te.

Pigno­ra­men­to del Red­di­to: Una del­le misu­re più effi­ca­ci è il pigno­ra­men­to diret­to del red­di­to o del­la pen­sio­ne del sog­get­to obbli­ga­to, pre­le­van­do diret­ta­men­te dal dato­re di lavo­ro o dal­l’en­te pre­vi­den­zia­le le som­me dovu­te.

Asse­gno di Man­te­ni­men­to Sosti­tu­ti­vo: Alcu­ni ordi­na­men­ti pre­ve­do­no l’in­ter­ven­to del­lo Sta­to o di enti pre­vi­den­zia­li che anti­ci­pa­no le som­me dovu­te, per poi riva­ler­si sul­l’ob­bli­ga­to attra­ver­so stru­men­ti di recu­pe­ro cre­di­ti.

San­zio­ni Pena­li: In caso di man­ca­to paga­men­to deli­be­ra­to, sono pre­vi­ste anche san­zio­ni pena­li che pos­so­no inclu­de­re mul­te o, nei casi più gra­vi, la deten­zio­ne.

Nel tito­lo dell’articolo, oltre all’irripetibilità del­le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to si fa rife­ri­men­to ad un altro ter­mi­ne vale a dire COMPENSAZIONE.

Sicu­ra­men­te è il caso di vede­re in modo più det­ta­glia­to di cosa stia­mo par­lan­do.

In che cosa con­si­ste la com­pen­sa­zio­ne?

La com­pen­sa­zio­ne è quel mec­ca­ni­smo in for­za del qua­le, in pre­sen­za di due sog­get­ti entram­bi debi­to­ri e cre­di­to­ri l’uno dell’altro, il debi­to più pic­co­lo si can­cel­la e resta la resi­dua par­te di quel­lo più ele­va­to.

Esem­pio:

Tizio deve a Caio 200 euro per un pre­sti­to rice­vu­to, ma nel­lo stes­so tem­po Caio deve a Tizio 100 euro a tito­lo risar­ci­men­to per un dan­no che gli è sta­to cau­sa­to alla por­ta di casa.

In que­sto caso, resta in pie­di il debi­to di Tizio per 100 euro, pari alla dif­fe­ren­za tra 200 e 100 euro.

Se i due impor­ti fos­se­ro ugua­li, i due debi­ti e i due cre­di­ti si dovreb­be­ro estin­gue­re in modo auto­ma­ti­co.

La com­pen­sa­zio­ne è quell’operazione mate­ma­ti­ca rivol­ta a “sca­la­re” un debi­to che una per­so­na ha nei con­fron­ti di un’altra dal cre­di­to che la stes­sa per­so­na van­ta nei con­fron­ti del­la secon­da.

Un cre­di­to ali­men­ta­re può esse­re com­pen­sa­to?

L’articolo 447 del codi­ce civi­le sta­bi­li­sce che il debi­to dovu­to a tito­lo di ali­men­ti non può esse­re com­pen­sa­to con un cre­di­to di diver­sa natu­ra.

Ad esem­pio, se un figlio deve ver­sa­re gli ali­men­ti al geni­to­re disa­bi­le, non può com­pen­sa­re il debi­to con un even­tua­le cre­di­to che van­ta nei con­fron­ti del geni­to­re stes­so, per­ché gli ali­men­ti ser­vo­no a garan­ti­re la soprav­vi­ven­za e non si può pro­ce­de­re in un modo simi­le.

Per mol­to tem­po que­sta nor­ma è sta­ta rite­nu­ta appli­ca­bi­le anche all’assegno di man­te­ni­men­to nono­stan­te sia cosa diver­sa dagli ali­men­ti.

Gli ali­men­ti sono le som­me che i fami­lia­ri più stret­ti devo­no a chi si tro­vi in una situa­zio­ne di dif­fi­col­tà eco­no­mi­ca mol­to gra­ve da com­pro­met­ter­ne la stes­sa soprav­vi­ven­za.

Sono rivol­ti a garan­ti­re esclu­si­va­men­te il mini­mo neces­sa­rio per il sosten­ta­men­to, come vit­to, allog­gio, spe­sa, men­tre l’assegno di man­te­ni­men­to è la som­ma che l’ex coniu­ge deve all’altro con il red­di­to più bas­so ed è di sicu­ro più ele­va­ta rispet­to agli ali­men­ti, per­ché deve garan­ti­re l’autosufficienza eco­no­mi­ca e non esclu­si­va­men­te sod­di­sfa­re i biso­gni pri­ma­ri.

La Supre­ma Cor­te di Cas­sa­zio­ne ha di recen­te abban­do­na­to que­sta posi­zio­ne.

La doman­da è quin­di la seguen­te: nel caso in cui tra ex coniu­gi doves­se­ro sor­ge­re due reci­pro­che e distin­te posi­zio­ni di cre­di­to e di debi­to, è pos­si­bi­le com­pen­sa­re l’assegno di man­te­ni­men­to?

Allo sco­po di ren­de­re la que­stio­ne più com­pren­si­bi­le fac­cia­mo un esem­pio.

Una cop­pia di coniu­gi deci­de di sepa­rar­si e l’ex mari­to vie­ne con­dan­na­to a ver­sa­re all’ex moglie un man­te­ni­men­to men­si­le. I due ave­va­no un mutuo coin­te­sta­to per l’acquisto del­la casa e la ban­ca, per garan­tir­si, ha chie­sto la fir­ma del con­trat­to ad entram­bi i coniu­gi. La sen­ten­za di sepa­ra­zio­ne non sta­bi­li­sce chi dei due deb­ba paga­re le rate del finan­zia­men­to, che resta­no a cari­co di entram­bi nel­la stes­sa misu­ra. L’ex mari­to, anche se in costan­za di matri­mo­nio abbia sem­pre prov­ve­du­to di per­so­na a ono­ra­re il debi­to con la ban­ca, ades­so vor­reb­be che il 50% del­le rate fos­se a cari­co dell’ex moglie, la qua­le, affer­man­do di ave­re dif­fi­col­tà eco­no­mi­che, non prov­ve­de. Con la fina­li­tà di evi­ta­re un pigno­ra­men­to del­la casa, l’uomo deci­de di adem­pie­re per inte­ro agli obbli­ghi con l’istituto di cre­di­to e per recu­pe­ra­re le quo­te dovu­te dall’ex moglie trat­tie­ne il rela­ti­vo impor­to degli asse­gni di man­te­ni­men­to che le avreb­be dovu­to ver­sa­re. La don­na, in rispo­sta, gli fa un pigno­ra­men­to.

Ha ragio­ne l’ex mari­to che ha com­pen­sa­to il suo cre­di­to, dovu­to alle rate del mutuo, dal debi­to dovu­to a tito­lo di man­te­ni­men­to?

Oppu­re ha ragio­ne l’ex moglie, che ritie­ne che le som­me dovu­te come ali­men­ti non pos­sa­no esse­re com­pen­sa­te con cre­di­ti di diver­sa natu­ra?

Sul­la que­stio­ne si è pro­nun­cia­ta la Supre­ma Cor­te di Cas­sa­zio­ne con la sen­ten­za 26/​05/​2020 n. 9686.

Secon­do la Supre­ma Cor­te di Cas­sa­zio­ne (Cas­sa­zio­ne civi­le sez. III, 26/​05/​2020, n.9686) le som­me dovu­te a tito­lo di man­te­ni­men­to pos­so­no esse­re com­pen­sa­te, anche per inte­ro, con un cre­di­to dovu­to al coniu­ge obbli­ga­to, per­ché non han­no natu­ra ali­men­ta­re.

Nell’esempio fat­to l’ex mari­to pote­va quin­di smet­te­re di paga­re l’assegno di man­te­ni­men­to all’ex moglie per com­pen­sar­lo con il pro­prio cre­di­to rela­ti­vo al 50% del­le rate dovu­te alla ban­ca.

Secon­do la Cor­te, infat­ti, “l’assegno di man­te­ni­men­to a favo­re del coniu­ge, tro­van­do fon­da­men­to nel dirit­to all’assistenza mate­ria­le deri­van­te dal vin­co­lo coniu­ga­le e non (come il man­te­ni­men­to dei figli eco­no­mi­ca­men­te non indi­pen­den­ti) nel­lo sta­to di biso­gno, non ha natu­ra ali­men­ta­re”.

Pri­ma di avviar­ci alla con­clu­sio­ne dell’articolo dob­bia­mo, insie­me, esa­mi­na­re l’ultimo pun­to riguar­dan­te sem­pre il tema del­la com­pen­sa­zio­ne.

L’assegno di man­te­ni­men­to per i figli può esse­re com­pen­sa­to?

La pos­si­bi­li­tà di com­pen­sa­re l’assegno di man­te­ni­men­to vale esclu­si­va­men­te per quel­lo dovu­to all’ex coniu­ge ma non anche per quel­lo in favo­re dei figli, anche se mag­gio­ren­ni, pur­ché sia­no eco­no­mi­ca­men­te non indi­pen­den­ti.

Que­sto ha natu­ra ali­men­ta­re, ser­ve per garan­ti­re il sosten­ta­men­to e non può esse­re ogget­to di com­pen­sa­zio­ne.

Non si può dire lo stes­so del cre­di­to a tito­lo di man­te­ni­men­to del coniu­ge, che non ha pari strut­tu­ra, ammes­so che tro­va la sua fon­te lega­le nel dirit­to all’assistenza mate­ria­le rela­ti­va al vin­co­lo coniu­ga­le e non nell’incapacità del­la per­so­na che ver­sa in sta­to di biso­gno e non è in gra­do di prov­ve­de­re in modo mate­ria­le alla sua per­so­na.

CONCLUSIONI

Il prin­ci­pio del­l’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to e com­pen­sa­zio­ne è un ele­men­to cru­cia­le del dirit­to di fami­glia, vol­to a garan­ti­re la sicu­rez­za eco­no­mi­ca dei bene­fi­cia­ri e a pro­muo­ve­re la sta­bi­li­tà nel­le rela­zio­ni fami­lia­ri post-sepa­ra­zio­ne o divor­zio. Que­sto prin­ci­pio riflet­te l’im­por­tan­za del­la soli­da­rie­tà fami­lia­re e del­la pro­te­zio­ne dei sog­get­ti eco­no­mi­ca­men­te più debo­li, come i figli e il coniu­ge meno abbien­te.

Quin­di qua­li sono i bene­fi­ci di que­sto isti­tu­to?

Sicu­ra­men­te il fat­to che i bene­fi­cia­ri pos­so­no con­ta­re su una sta­bi­li­tà eco­no­mi­ca che non è sog­get­ta a ripen­sa­men­ti o riven­di­ca­zio­ni futu­re da par­te del sog­get­to obbli­ga­to.

L’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà con­tri­bui­sce inol­tre a limi­ta­re i con­flit­ti e le dispu­te lega­li, favo­ren­do una riso­lu­zio­ne più paci­fi­ca e meno con­flit­tua­le del­le que­stio­ni fami­lia­ri.

Come si può miglio­ra­re ulte­rior­men­te l’ap­pli­ca­zio­ne di que­sto prin­ci­pio?

Pro­muo­ven­do la Con­sa­pe­vo­lez­za: Edu­can­do le par­ti coin­vol­te sui loro dirit­ti e obbli­ghi per pre­ve­ni­re malin­te­si e con­flit­ti.

Raf­for­zan­do i Mec­ca­ni­smi di Con­trol­lo: Imple­men­tan­do misu­re effi­ca­ci per rile­va­re e cor­reg­ge­re even­tua­li erro­ri o fro­di.

Soste­nen­do la Media­zio­ne Fami­lia­re: Favo­ren­do solu­zio­ni con­sen­sua­li che rispet­ti­no l’e­qui­tà e i dirit­ti di tut­te le par­ti coin­vol­te.

In sin­te­si, l’ir­ri­pe­ti­bi­li­tà del­le som­me ver­sa­te a tito­lo di man­te­ni­men­to e com­pen­sa­zio­ne è un prin­ci­pio essen­zia­le per garan­ti­re la giu­sti­zia e la sicu­rez­za eco­no­mi­ca nel­le fami­glie. Pur con alcu­ne ecce­zio­ni, esso rap­pre­sen­ta un baluar­do di pro­te­zio­ne per i mem­bri più vul­ne­ra­bi­li e un deter­ren­te con­tro il con­ten­zio­so e l’in­cer­tez­za eco­no­mi­ca. Una cor­ret­ta appli­ca­zio­ne e un con­ti­nuo miglio­ra­men­to di que­sto prin­ci­pio sono fon­da­men­ta­li per soste­ne­re l’e­qui­tà e la sta­bi­li­tà nel­le rela­zio­ni fami­lia­ri post-sepa­ra­zio­ne o divor­zio.

I pun­ti più impor­tan­ti di que­sto argo­men­to sono sta­ti affron­ta­ti, ma TU che hai let­to fin qui, sicu­ra­men­te meri­ti mag­gio­ri rispo­ste rispet­to al tuo caso. Se hai biso­gno di assi­sten­za e con­su­len­za nel dirit­to di fami­glia con­tat­ta­ci via email o via Wha­tsApp. Di segui­to tro­ve­rai tut­ti i reca­pi­ti di cui hai biso­gno.

Avv. Fran­ce­sco Frez­za

Via Ambra, 481038 Tren­to­la Ducen­ta (Caser­ta)

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