Anche se il titolo dell’articolo può sembrare molto complesso (e in alcune parti potrebbe risultare tale) proveremo a trattare l’argomento di oggi in modo semplice ed esaustivo cercando di dare una risposta efficace ai nostri lettori.
TI STAI CHIEDENDO SE LE SOMME VERSATE A TITOLO DI MANTENIMENTO POSSANO ESSERE RIPETUTE? E CHE RAPPORTO C’È CON LA COMPENSAZIONE? BENE, ADESSO CHIARIREMO TUTTI I TUOI DUBBI.
L’irripetibilità delle somme versate a titolo di mantenimento e compensazione rappresenta un aspetto fondamentale del diritto di famiglia. Questo principio implica che le somme versate da un coniuge all’altro o ai figli, in esecuzione di un provvedimento giudiziale o di un accordo, non possono essere richieste indietro, anche in caso di cambiamento delle circostanze.
Il Principio dell’Irripetibilità
Il principio dell’irripetibilità si fonda su due considerazioni principali:
- Natura Alimentare delle Somme: Le somme versate a titolo di mantenimento hanno una natura alimentare, cioè sono destinate a garantire i bisogni essenziali del coniuge o dei figli beneficiari. Questo tipo di obbligo ha una funzione di solidarietà familiare che prevale su altre considerazioni economiche.
- Tutela della Stabilità delle Relazioni Familiari: Permettere la ripetizione delle somme versate minerebbe la stabilità economica e psicologica dei beneficiari, creando un’incertezza dannosa per il benessere familiare. Questo principio è volto a evitare ulteriori conflitti e contenziosi tra le parti.
In Italia, il principio dell’irripetibilità delle somme versate a titolo di mantenimento è sancito dalla giurisprudenza e dalla dottrina. La Corte di Cassazione ha ripetutamente affermato che le somme versate in esecuzione di un provvedimento di mantenimento non possono essere restituite, anche se successivamente il provvedimento viene modificato o revocato.
Ma esistono delle eccezioni a questo principio? Vediamolo insieme
Si, esistono alcune eccezioni al principio dell’irripetibilità:
- Errore o Frode: Se le somme sono state versate in seguito a un errore materiale o a una frode, l’obbligato può chiedere la ripetizione di quanto pagato indebitamente. In questi casi, è necessario dimostrare l’esistenza dell’errore o della frode.
- Provvedimento Provvisorio Successivamente Modificato: Se un provvedimento provvisorio di mantenimento viene successivamente modificato in via definitiva, è possibile, in alcuni casi, richiedere la restituzione delle somme versate in eccesso. Questo, tuttavia, è un terreno giuridico complesso e controverso, che richiede un’analisi dettagliata delle circostanze specifiche.
L’irripetibilità delle somme versate ha importanti implicazioni pratiche:
- Sicurezza Economica per i Beneficiari: I beneficiari delle somme di mantenimento possono contare su una sicurezza economica che non viene messa in discussione da eventuali ripensamenti o cambiamenti di situazione dell’obbligato.
- Riduzione dei Contenziosi: Questo principio contribuisce a ridurre i contenziosi post-divorzio o separazione, poiché evita che le parti ritornino in tribunale per richiedere la restituzione delle somme versate.
- Equità e Giustizia: Garantire l’irripetibilità delle somme versate risponde a un principio di equità e giustizia, proteggendo il coniuge economicamente più debole e i figli.
Dopo aver dato una spiegazione fisiologica dell’istituto forse è importante soffermarsi su degli aspetti patologici che possono ostacolare il normale “iter” dello stesso.
In particolare ci chiediamo cosa possa accadere se le somme destinate al coniuge sono irreperibili e quali possano essere le cause di questa irreperibilità.
L’irreperibilità delle somme versate a titolo di mantenimento e compensazione rappresenta un problema rilevante sia dal punto di vista giuridico che sociale. Questo fenomeno si verifica quando le somme destinate a garantire il sostentamento di un coniuge o di figli, stabilite da una sentenza di separazione o divorzio, non vengono erogate dal soggetto obbligato. Le conseguenze di tale mancanza possono essere gravissime, incidendo sulla qualità della vita dei beneficiari e alimentando contenziosi legali.
Cause dell’Irreperibilità delle Somme
- Difficoltà Economiche del Soggetto Obbligato: Una delle cause più comuni è la difficoltà economica del soggetto che deve versare il mantenimento. La perdita del lavoro, la diminuzione delle entrate o situazioni di insolvenza possono rendere impossibile per l’obbligato adempiere ai propri doveri.
- Mancanza di Volontà: In alcuni casi, l’irreperibilità è dovuta alla mancanza di volontà del soggetto obbligato, che sceglie deliberatamente di non effettuare i pagamenti. Questo comportamento può essere motivato da rancore, disaccordi personali o semplicemente da una mancanza di senso di responsabilità.
- Evasione e Frode: Non sono rari i casi in cui l’obbligato tenti di eludere i propri obblighi attraverso manovre fraudolente, come il trasferimento di beni a terzi, l’occultamento di redditi o l’apertura di conti correnti all’estero.
Conseguenze per i Beneficiari
La mancata ricezione delle somme di mantenimento ha conseguenze dirette e devastanti sui beneficiari. Per i figli, ciò può significare la privazione di beni essenziali, come cibo, abbigliamento e accesso all’istruzione. Per il coniuge economicamente più debole, spesso significa l’incapacità di mantenere un tenore di vita dignitoso e, in alcuni casi, può portare all’indigenza.
Quali possono essere allora gli strumenti giuridici di tutela?
Per contrastare l’irreperibilità delle somme di mantenimento, il sistema giuridico prevede diversi strumenti di tutela:
Sequestro dei Beni: Il tribunale può disporre il sequestro dei beni dell’obbligato per garantire il pagamento delle somme dovute.
Pignoramento del Reddito: Una delle misure più efficaci è il pignoramento diretto del reddito o della pensione del soggetto obbligato, prelevando direttamente dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale le somme dovute.
Assegno di Mantenimento Sostitutivo: Alcuni ordinamenti prevedono l’intervento dello Stato o di enti previdenziali che anticipano le somme dovute, per poi rivalersi sull’obbligato attraverso strumenti di recupero crediti.
Sanzioni Penali: In caso di mancato pagamento deliberato, sono previste anche sanzioni penali che possono includere multe o, nei casi più gravi, la detenzione.
Nel titolo dell’articolo, oltre all’irripetibilità delle somme versate a titolo di mantenimento si fa riferimento ad un altro termine vale a dire COMPENSAZIONE.
Sicuramente è il caso di vedere in modo più dettagliato di cosa stiamo parlando.
In che cosa consiste la compensazione?
La compensazione è quel meccanismo in forza del quale, in presenza di due soggetti entrambi debitori e creditori l’uno dell’altro, il debito più piccolo si cancella e resta la residua parte di quello più elevato.
Esempio:
Tizio deve a Caio 200 euro per un prestito ricevuto, ma nello stesso tempo Caio deve a Tizio 100 euro a titolo risarcimento per un danno che gli è stato causato alla porta di casa.
In questo caso, resta in piedi il debito di Tizio per 100 euro, pari alla differenza tra 200 e 100 euro.
Se i due importi fossero uguali, i due debiti e i due crediti si dovrebbero estinguere in modo automatico.
La compensazione è quell’operazione matematica rivolta a “scalare” un debito che una persona ha nei confronti di un’altra dal credito che la stessa persona vanta nei confronti della seconda.
Un credito alimentare può essere compensato?
L’articolo 447 del codice civile stabilisce che il debito dovuto a titolo di alimenti non può essere compensato con un credito di diversa natura.
Ad esempio, se un figlio deve versare gli alimenti al genitore disabile, non può compensare il debito con un eventuale credito che vanta nei confronti del genitore stesso, perché gli alimenti servono a garantire la sopravvivenza e non si può procedere in un modo simile.
Per molto tempo questa norma è stata ritenuta applicabile anche all’assegno di mantenimento nonostante sia cosa diversa dagli alimenti.
Gli alimenti sono le somme che i familiari più stretti devono a chi si trovi in una situazione di difficoltà economica molto grave da comprometterne la stessa sopravvivenza.
Sono rivolti a garantire esclusivamente il minimo necessario per il sostentamento, come vitto, alloggio, spesa, mentre l’assegno di mantenimento è la somma che l’ex coniuge deve all’altro con il reddito più basso ed è di sicuro più elevata rispetto agli alimenti, perché deve garantire l’autosufficienza economica e non esclusivamente soddisfare i bisogni primari.
La Suprema Corte di Cassazione ha di recente abbandonato questa posizione.
La domanda è quindi la seguente: nel caso in cui tra ex coniugi dovessero sorgere due reciproche e distinte posizioni di credito e di debito, è possibile compensare l’assegno di mantenimento?
Allo scopo di rendere la questione più comprensibile facciamo un esempio.
Una coppia di coniugi decide di separarsi e l’ex marito viene condannato a versare all’ex moglie un mantenimento mensile. I due avevano un mutuo cointestato per l’acquisto della casa e la banca, per garantirsi, ha chiesto la firma del contratto ad entrambi i coniugi. La sentenza di separazione non stabilisce chi dei due debba pagare le rate del finanziamento, che restano a carico di entrambi nella stessa misura. L’ex marito, anche se in costanza di matrimonio abbia sempre provveduto di persona a onorare il debito con la banca, adesso vorrebbe che il 50% delle rate fosse a carico dell’ex moglie, la quale, affermando di avere difficoltà economiche, non provvede. Con la finalità di evitare un pignoramento della casa, l’uomo decide di adempiere per intero agli obblighi con l’istituto di credito e per recuperare le quote dovute dall’ex moglie trattiene il relativo importo degli assegni di mantenimento che le avrebbe dovuto versare. La donna, in risposta, gli fa un pignoramento.
Ha ragione l’ex marito che ha compensato il suo credito, dovuto alle rate del mutuo, dal debito dovuto a titolo di mantenimento?
Oppure ha ragione l’ex moglie, che ritiene che le somme dovute come alimenti non possano essere compensate con crediti di diversa natura?
Sulla questione si è pronunciata la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 26/05/2020 n. 9686.
Secondo la Suprema Corte di Cassazione (Cassazione civile sez. III, 26/05/2020, n.9686) le somme dovute a titolo di mantenimento possono essere compensate, anche per intero, con un credito dovuto al coniuge obbligato, perché non hanno natura alimentare.
Nell’esempio fatto l’ex marito poteva quindi smettere di pagare l’assegno di mantenimento all’ex moglie per compensarlo con il proprio credito relativo al 50% delle rate dovute alla banca.
Secondo la Corte, infatti, “l’assegno di mantenimento a favore del coniuge, trovando fondamento nel diritto all’assistenza materiale derivante dal vincolo coniugale e non (come il mantenimento dei figli economicamente non indipendenti) nello stato di bisogno, non ha natura alimentare”.
Prima di avviarci alla conclusione dell’articolo dobbiamo, insieme, esaminare l’ultimo punto riguardante sempre il tema della compensazione.
L’assegno di mantenimento per i figli può essere compensato?
La possibilità di compensare l’assegno di mantenimento vale esclusivamente per quello dovuto all’ex coniuge ma non anche per quello in favore dei figli, anche se maggiorenni, purché siano economicamente non indipendenti.
Questo ha natura alimentare, serve per garantire il sostentamento e non può essere oggetto di compensazione.
Non si può dire lo stesso del credito a titolo di mantenimento del coniuge, che non ha pari struttura, ammesso che trova la sua fonte legale nel diritto all’assistenza materiale relativa al vincolo coniugale e non nell’incapacità della persona che versa in stato di bisogno e non è in grado di provvedere in modo materiale alla sua persona.
CONCLUSIONI
Il principio dell’irripetibilità delle somme versate a titolo di mantenimento e compensazione è un elemento cruciale del diritto di famiglia, volto a garantire la sicurezza economica dei beneficiari e a promuovere la stabilità nelle relazioni familiari post-separazione o divorzio. Questo principio riflette l’importanza della solidarietà familiare e della protezione dei soggetti economicamente più deboli, come i figli e il coniuge meno abbiente.
Quindi quali sono i benefici di questo istituto?
Sicuramente il fatto che i beneficiari possono contare su una stabilità economica che non è soggetta a ripensamenti o rivendicazioni future da parte del soggetto obbligato.
L’irripetibilità contribuisce inoltre a limitare i conflitti e le dispute legali, favorendo una risoluzione più pacifica e meno conflittuale delle questioni familiari.
Come si può migliorare ulteriormente l’applicazione di questo principio?
Promuovendo la Consapevolezza: Educando le parti coinvolte sui loro diritti e obblighi per prevenire malintesi e conflitti.
Rafforzando i Meccanismi di Controllo: Implementando misure efficaci per rilevare e correggere eventuali errori o frodi.
Sostenendo la Mediazione Familiare: Favorendo soluzioni consensuali che rispettino l’equità e i diritti di tutte le parti coinvolte.
In sintesi, l’irripetibilità delle somme versate a titolo di mantenimento e compensazione è un principio essenziale per garantire la giustizia e la sicurezza economica nelle famiglie. Pur con alcune eccezioni, esso rappresenta un baluardo di protezione per i membri più vulnerabili e un deterrente contro il contenzioso e l’incertezza economica. Una corretta applicazione e un continuo miglioramento di questo principio sono fondamentali per sostenere l’equità e la stabilità nelle relazioni familiari post-separazione o divorzio.
I punti più importanti di questo argomento sono stati affrontati, ma TU che hai letto fin qui, sicuramente meriti maggiori risposte rispetto al tuo caso. Se hai bisogno di assistenza e consulenza nel diritto di famiglia contattaci via email o via WhatsApp. Di seguito troverai tutti i recapiti di cui hai bisogno.
Avv. Francesco Frezza
Via Ambra, 481038 Trentola Ducenta (Caserta)