Il tema che tratteremo oggi presenta alcune sfaccettature che possono sembrare, in alcuni punti, sovrapponibili tra di loro. Per questo motivo cercheremo di spiegare la differenza tra i due istituti di cui parleremo a breve in maniera chiara e coincisa, centrando il fulcro della questione.
Nel contesto del diritto di famiglia, è fondamentale comprendere le differenze tra assegno di mantenimento e alimenti, due strumenti giuridici che, seppur simili, rispondono a esigenze diverse. Questi termini spesso vengono confusi, ma ognuno ha una funzione specifica e viene applicato in situazioni differenti.
TI STAI CHIEDENDO QUALI SIANO LE DIFFERENZE TRA ASSEGNO DI MANTENIMENTO ED ALIMENTI? SEI NEL POSTO GIUSTO.
In questo articolo, esploreremo le differenze tra assegno di mantenimento e alimenti, analizzando i requisiti per la loro concessione, le modalità di determinazione degli importi e le conseguenze legali del mancato pagamento.
Prima di vedere le differenze è importante, forse, fare una digressione sugli istituti per comprenderne meglio la ratio.
L’ordinamento giuridico italiano prevede diverse forme di sostegno economico nei confronti di soggetti che, a seguito di separazione, divorzio o altre situazioni particolari, si trovano in una condizione di bisogno economico. Tra queste, due istituti fondamentali sono l’assegno di mantenimento e gli alimenti, spesso confusi tra loro ma distinti per natura, funzione e presupposti.
ASSEGNO DI MANTENIMENTO
L’assegno di mantenimento è una somma di denaro periodica che un coniuge è tenuto a versare all’altro dopo la separazione o il divorzio, al fine di garantire il mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio. Questo assegno ha una funzione compensativa e mira a riequilibrare le condizioni economiche dei coniugi, specialmente quando uno dei due non dispone di mezzi sufficienti per mantenere uno standard di vita adeguato.
La determinazione dell’importo dell’assegno di mantenimento si basa su diversi fattori, tra cui:
- La durata del matrimonio
- Le condizioni economiche di entrambi i coniugi
- Il contributo fornito da ciascuno alla famiglia
- Il reddito e le capacità lavorative di ciascun coniuge
Inoltre, l’assegno di mantenimento può essere modificato o cessare nel caso in cui cambino le circostanze economiche di uno dei coniugi o se il beneficiario contragga un nuovo matrimonio o inizi una convivenza stabile.
GLI ALIMENTI
Gli alimenti, invece, rappresentano un diritto più ristretto e sussistono solo in caso di reale bisogno, indipendentemente dalla condizione economica precedente. Gli alimenti sono destinati a soddisfare i bisogni essenziali di vita, come cibo, vestiti e spese sanitarie, e possono essere richiesti non solo dal coniuge, ma anche da altri parenti, come figli, genitori o fratelli, in caso di necessità.
Chi può avere diritto agli alimenti?
Le persone che possono avere diritto agli alimenti sono:
- Coniuge
- Figli (inclusi figli maggiorenni non autosufficienti)
- Genitori e ascendenti
- Fratelli e sorelle
L’importo degli alimenti è generalmente limitato alle necessità fondamentali del beneficiario, e il suo ammontare può essere inferiore rispetto all’assegno di mantenimento. Inoltre, a differenza dell’assegno di mantenimento, gli alimenti non tengono conto del precedente tenore di vita del beneficiario, ma sono esclusivamente volti a garantire la sopravvivenza.
Dopo aver fatto un breve excursus degli istituti è il caso di entrare nel vivo dell’articolo andando ad analizzare le differenze tra gli stessi.
DIFFERENZE TRA L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO E GLI ALIMENTI
Come anticipato, il diritto al mantenimento è una forma di assistenza economica versata per garantire da parte del coniuge con una maggiore capacità economica a chi lo riceve le stesse condizioni di vita che aveva durante il matrimonio.
Possono beneficiare dell’assegno l’ex coniuge e i figli minorenni e viene versato dall’altro ex partner appunto a seguito di una comparazione che si basa soprattutto sulle necessità e sulla capacità economica dei due coniugi.
Quello del mantenimento, è un diritto che spetta al beneficiario indipendentemente dal suo stato di bisogno (ne ha diritto anche se ha un proprio reddito magari inadeguato).
Proprio per questo motivo, l’addebito della separazione fa perdere al coniuge che ne avrebbe diritto il mantenimento: infatti, il coniuge che ha responsabilità nella separazione non ha alcun diritto all’assegno, anche se versa in uno stato economico difficoltoso.
Il mantenimento, di solito viene stabilito in una somma da pagare mensilmente: ma potrebbero essere ammissibili anche soluzioni diverse. In sede di divorzio, poi, il pagamento di una somma una tantum vale a saldare in una unica soluzione il diritto al mantenimento dell’altro coniuge, escludendo la possibilità di richiederlo in futuro anche ove cambiassero le circostanze.
Infine, l’importo dell’assegno può essere modificato o revocato in base a provvedimenti del Giudice o istanza di parte.
In caso di mantenimento, il soggetto obbligato al versamento è solo quello che ha reddito più alto. A differenza di questa ipotesi, negli alimenti, i soggetti obbligati sono diversi: coniuge, figli (anche adottivi) e discendenti prossimi, nonché donatari e tutti coloro che assistono terzi dietro compenso.
Se ci sono più persone a dover pagare gli alimenti, come nel caso dei figli, ognuno li deve versare in proporzione alle capacità economiche.
Il presupposto per il mantenimento è dato dalla sproporzione tra i redditi tra marito e moglie, mentre a differenza per gli alimenti, il soggetto non deve essere capace di provvedere da solo alle esigenze primarie.
Infine, lo scopo del mantenimento è garantire all’ex coniuge con il reddito più basso lo stesso tenore di vita che aveva nel matrimonio per consentirgli l’autosufficienza economica.
Il diritto agli alimenti, a differenza dell’altra ipotesi, è l’obbligo a carico di categorie di parenti, in particolare ex convivente o ex coniuge, di sostenere le esigenze primarie dei familiari che non riescono a provvedere autonomamente, trovandosi in un totale stato di difficoltà di sostentamento.
Gli alimenti garantiscono, in caso di separazione, l’assistenza economica a carico di un coniuge verso l’altro, che si trova in uno stato di oggettiva difficoltà finanziaria.
Quest’ultimo non deve essere capace di provvedere da solo al proprio sostentamento economico, non deve avere redditi propri o deve versare in una condizione di difficoltà nel poter produrre reddito.
Il coniuge più agiato ha quindi il dovere giudico (art.433 cc) di dare al coniuge in difficoltà, un importo in grado di aiutarlo a provvedere ai bisogni primari.
Gli alimenti vengono assegnati dal giudice durante un procedimento giudiziale; la loro funzione assistenziale impedisce al titolare di disporne liberamente dell’importo, destinato solo al pagamento dei beni primari e irrinunciabili.
Quindi possiamo affermare che l’obiettivo degli alimenti è aiutare una persona a uscire da una condizione di disagio e rischio sopravvivenza.
Mantenimento e alimenti sono corrisposti tramite assegno, ma l’obbligo può essere anche soddisfatto sotto altre forme, come l’ospitare il soggetto che ha bisogno nella propria abitazione.
VOLENDO RIASSUMERE, LE DIFFERENZE PRINCIPALI RIGUARDANO:
- Finalità: L’assegno di mantenimento mira a preservare il tenore di vita precedente, mentre gli alimenti sono destinati a coprire i bisogni primari.
- Destinatari: L’assegno di mantenimento riguarda principalmente il coniuge e i figli dopo una separazione o un divorzio, mentre gli alimenti possono essere richiesti da qualsiasi parente in difficoltà economica.
- Importo: L’assegno di mantenimento è generalmente più elevato poiché copre una gamma più ampia di esigenze, mentre gli alimenti si limitano a garantire il minimo necessario per vivere.
- Durata: L’assegno di mantenimento può essere soggetto a revisione o cessazione in base al cambiamento delle circostanze, mentre gli alimenti sono dovuti finché persiste la necessità economica del beneficiario.
COSA DICE LA CASSAZIONE IN RELAZIONE ALLO STATO DI BISOGNO DEL BENEFICIARIO?
Alla base del versamento dell’assegno alimentare c’è l’obbligatorietà del suo versamento da parte di un soggetto quando il beneficiario si trova in uno stato di bisogno ed è incapace di svolgere attività lavorativa.
Lo stato di bisogno si traduce nell’incapacità di soddisfare i bisogni primari di sostentamento, quali cibo, alloggio, abbigliamento e cure mediche, unitamente all’impossibilità di svolgere un lavoro retribuito.
Con la Sentenza del 16 gennaio 2020 n.770 la Corte di Cassazione ha, infatti, ribadito che: “il diritto agli alimenti è legato alla prova non solo dello stato di bisogno, ma anche dell’impossibilità di provvedere in tutto o in parte al proprio sostentamento mediante l’esplicazione di un’attività lavorativa”.
Per quantificare l’assegno alimentare bisogna rifarsi alle capacità economiche dell’obbligato (ad esempio potrebbe essere anche sufficiente ospitare nella propria casa l’avente diritto agli alimenti), è importante però che sia anche proporzionale alle esigenze del beneficiario. Non ha una durata prestabilita e, diversamente dall’assegno di mantenimento, può essere richiesto che dal coniuge a cui viene addebitata la separazione qualora si trovi in uno stato di necessità.
L’assegno di mantenimento, invece, non riguarda la necessità immediata, ma mira a garantire al beneficiario il mantenimento dello stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio, superando il limite dei bisogni primari. La sua finalità è assicurare al coniuge e/o ai figli un tenore di vita simile a quello precedente alla separazione.
Le differenze tra i due istituti sono evidenti, mentre l’assegno alimentare garantisce il sostentamento, l’assegno di mantenimento mira a mantenere uno specifico standard di vita. L’assegno alimentare può essere richiesto da qualsiasi parente o affine, mentre l’assegno di mantenimento è specifico per i coniugi separati e per i figli.
Prima di avviarci alla conclusione dell’articolo forse è importante soffermarsi sull’ultima questione, riguardante la possibilità o meno di cumulare l’assegno di mantenimento con gli alimenti!
NON CI RESTA CHE SCOPRIRLO INSIEME
Si può richiedere sia il mantenimento che gli alimenti? A livello generale la risposta dovrebbe essere negativa, infatti, l’assegno di mantenimento, nel momento in cui dovesse essere concesso, comprende al suo interno la quota alimentare (in quanto non prevede necessariamente uno stato di bisogno per essere erogato).
La domanda di assegno alimentare è sempre considerata una richiesta inferiore a quella di mantenimento e, qualora all’interno del processo si sia fatta una domanda per alimenti, non si potrà avanzare anche una richiesta di mantenimento successiva, ma bisognerà ripresentare una nuova domanda.
In proposito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 2710 del 29 gennaio 2024 ha dichiarato: “L’assegno di natura alimentare non può essere equiparato all’assegno di mantenimento per i figli, essendo diverse sia la natura e sia le finalità proprie dei due tipi di assegno, solo in minima parte potendo coincidere le due provvidenze.
Invero, l’assegno di mantenimento può comprende anche la quota alimentare e non presuppone necessariamente lo stato di bisogno, su cui il ricorrente ampiamente ha insistito, dimostrando di avere qualificato la domanda originaria proprio come domanda per alimenti, così come ritenuto dai giudici di merito in primo e secondo grado.
In ogni caso, la domanda di assegno alimentare costituisce, comunque, un minus rispetto alla domanda di riconoscimento di un assegno di mantenimento e richiede la ricorrenza di un più stringente presupposto, costituito dallo stato di bisogno.
Ne consegue che la domanda di mantenimento, ove venga formulata per la prima volta in appello in un giudizio alimentare promosso ex art.433 c.c., diversamente che nel caso inverso, è inammissibile e va qualificata come domanda nuova (…)”.
CONCLUSIONI
In conclusione, la distinzione tra assegno di mantenimento e alimenti riveste un’importanza fondamentale nel diritto di famiglia, poiché risponde a esigenze diverse e si basa su presupposti giuridici distinti. L’assegno di mantenimento si configura come uno strumento volto a garantire la continuità del tenore di vita goduto durante il matrimonio, riequilibrando le condizioni economiche dei coniugi dopo la separazione o il divorzio. Gli alimenti, invece, rappresentano un diritto più limitato, destinato a soddisfare le necessità essenziali di vita di chi si trova in una situazione di bisogno effettivo.
Comprendere le differenze tra questi due istituti è cruciale non solo per chi si trova ad affrontare una separazione o un divorzio, ma anche per tutti coloro che, per ragioni familiari o legali, potrebbero trovarsi coinvolti in una situazione in cui è necessario garantire il sostegno economico a un parente in difficoltà. La corretta applicazione di queste norme può fare la differenza nella tutela dei diritti dei soggetti più vulnerabili, assicurando che ricevano il sostegno di cui hanno realmente bisogno in base alle loro specifiche circostanze.
I punti più importanti di questo argomento sono stati affrontati, ma TU che hai letto fin qui, sicuramente meriti maggiori risposte rispetto al tuo caso. Se hai bisogno di assistenza e consulenza nel diritto di famiglia contattaci via email o via WhatsApp. Di seguito troverai tutti i recapiti di cui hai bisogno.
Avv. Francesco Frezza
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