ASSEGNO DI MANTENIMENTO UNA TANTUM

Quali sono i vantaggi dell'assegno di mantenimento una tantum? E' deducibile dal reddito di chi lo corrisponde? 

Nel­l’am­bi­to del­le sepa­ra­zio­ni e dei divor­zi, uno degli aspet­ti più deli­ca­ti e spes­so dibat­tu­ti è quel­lo del­l’as­se­gno di man­te­ni­men­to. Tra le varie for­me di soste­gno eco­no­mi­co che pos­so­no esse­re sta­bi­li­te dal giu­di­ce, l’as­se­gno di man­te­ni­men­to una tan­tum rap­pre­sen­ta una solu­zio­ne par­ti­co­la­re e, in mol­ti casi, van­tag­gio­sa per entram­be le par­ti coin­vol­te.

Ma di cosa si trat­ta esat­ta­men­te? Come fun­zio­na e qua­li sono i suoi van­tag­gi e svan­tag­gi?

In que­sto arti­co­lo esplo­re­re­mo tut­ti gli aspet­ti rela­ti­vi all’as­se­gno di man­te­ni­men­to una tan­tum e di quel­lo divor­zi­le, offren­do una pano­ra­mi­ca com­ple­ta per colo­ro che stan­no affron­tan­do una sepa­ra­zio­ne o un divor­zio e cer­ca­no infor­ma­zio­ni chia­re e pre­ci­se su que­sto argo­men­to.

L’as­se­gno di man­te­ni­men­to una tan­tum è una for­ma di soste­gno eco­no­mi­co che vie­ne ero­ga­ta una sola vol­ta a favo­re di uno dei coniu­gi a segui­to di una sepa­ra­zio­ne o di un divor­zio. Que­sto tipo di asse­gno rap­pre­sen­ta una solu­zio­ne alter­na­ti­va all’as­se­gno perio­di­co, offren­do una liqui­da­zio­ne imme­dia­ta anzi­ché un con­tri­bu­to men­si­le con­ti­nuo. La fina­li­tà di que­sto tipo di asse­gno è di con­sen­ti­re al coniu­ge bene­fi­cia­rio di rias­se­sta­re la pro­pria situa­zio­ne eco­no­mi­ca e ripren­de­re una vita auto­no­ma sen­za dover dipen­de­re men­sil­men­te dal­l’ex coniu­ge.

In casi pra­ti­ci, l’as­se­gno una tan­tum è spes­so scel­to quan­do uno dei coniu­gi ha la pos­si­bi­li­tà di liqui­da­re imme­dia­ta­men­te una par­te con­si­sten­te del pro­prio patri­mo­nio, come avvie­ne spes­so in situa­zio­ni di gran­de dispo­ni­bi­li­tà eco­no­mi­ca o in pre­sen­za di accor­di pre-matri­mo­nia­li che pre­ve­da­no tale for­ma di soste­gno.

Ci sono del­le dif­fe­ren­ze tra l’assegno di man­te­ni­men­to una tan­tum e quel­lo divor­zi­le?

Nel­la sepa­ra­zio­ne dei coniu­gi (moglie-mari­to) è ammes­so il man­te­ni­men­to in uni­ca solu­zio­ne (c.d. una tan­tum) se mari­to e moglie sono d’accordo. I coniu­gi pos­so­no accor­dar­si per risol­ve­re le que­stio­ni patri­mo­nia­li con un’unica cor­re­spon­sio­ne di una som­ma di dena­ro o di beni deter­mi­na­ti. La disci­pli­na, però, è diver­sa rispet­to a quel­la sta­bi­li­ta nell’ambito del giu­di­zio di divor­zio.

L’art. 5 del­la Leg­ge sul Divor­zio n. 898/​1970 pre­ve­de due moda­li­tà alter­na­ti­ve di asso­lu­zio­ne dell’obbligo di assi­sten­za del coniu­ge aven­te dirit­to: la cor­re­spon­sio­ne perio­di­ca di una som­ma, asse­gno divor­zi­le, ovve­ro la cor­re­spon­sio­ne in un’unica solu­zio­ne di una som­ma, defi­ni­ta una Tan­tum.

Il ricor­so a que­sta secon­da moda­li­tà vie­ne spes­so sol­le­ci­ta­ta dai Giu­di­ci in occa­sio­ne del­la pri­ma udien­za pre­si­den­zia­le non­ché, in deter­mi­na­ti casi, con­si­glia­ta anche dagli avvo­ca­ti al fine di indi­vi­dua­re una solu­zio­ne che per­met­ta la defi­ni­zio­ne, in via anti­ci­pa­ta e defi­ni­ti­va, di ogni pre­te­sa nascen­te dal vin­co­lo matri­mo­nia­le che pos­sa con­ve­ni­re tan­to al coniu­ge obbli­ga­to quan­to a quel­lo bene­fi­cia­rio.

Per­ché per il coniu­ge obbli­ga­to è con­ve­nien­te que­sto tipo di solu­zio­ne?

Per il coniu­ge obbli­ga­to, è con­ve­nien­te per­ché, una vol­ta per tut­te, l’Una Tan­tum met­te fine ad ogni con­ten­zio­so eco­no­mi­co che lo vede con­trap­po­sto all’altro coniu­ge, sot­traen­do­lo, per il futu­ro, al rischio di ulte­rio­ri pre­te­se eco­no­mi­che da par­te dell’ex coniu­ge non­ché chiu­de ogni que­stio­ne rela­ti­va alla suc­ces­sio­ne, non van­tan­do l’ex coniu­ge dirit­ti sull’eredità.

Il bene­fi­cia­rio, da par­te sua, rice­ve una som­ma esen­tas­se e non si espo­ne al rischio di ina­dem­pi­men­to del­la con­tro­par­te in caso di cor­re­spon­sio­ne perio­di­ca e di infrut­tuo­se pro­ce­du­re ese­cu­ti­ve.

Qua­li sono le pecu­lia­ri­tà dell’Una Tan­tum dell’assegno divor­zi­le?

Innan­zi­tut­to, la cor­re­spon­sio­ne Una Tan­tum dell’asse­gno divor­zi­le può avve­ni­re solo su accor­do tra le par­ti, a dif­fe­ren­za dell’asse­gno divor­zi­le perio­di­co che può esse­re ogget­to tan­to di accor­do quan­to può esse­re impo­sto dal Giu­di­ce, una vol­ta accer­ta­ta la sus­si­sten­za di tut­ti i requi­si­ti indi­ca­ti dal­la leg­ge alla luce del­la recen­te inter­pre­ta­zio­ne del­la giu­ri­spru­den­za del­la Cor­te di Cas­sa­zio­ne.

L’oggetto dell’Una Tan­tum può con­si­ste­re tan­to in una som­ma di dena­ro (cor­ri­spo­sta anche in modo ratea­le) quan­to in tra­sfe­ri­men­ti immo­bi­lia­ri, anche di una quo­ta di un bene immo­bi­le in comu­ne, beni mobi­li iscrit­ti in pub­bli­ci regi­stri o altri beni. I tra­sfe­ri­men­ti immo­bi­lia­ri in ese­cu­zio­ne di accor­di rece­pi­ti nel­la sen­ten­za di divor­zio (come, del resto, nel ver­ba­le omo­lo­ga­to di sepa­ra­zio­ne con­sen­sua­le) sono esen­ti da qual­sia­si tas­sa e impo­sta di bol­lo, di regi­stro ed ipo­ca­ta­sta­le.

Attra­ver­so l’Una Tan­tum, il coniu­ge obbli­ga­to estin­gue una vol­ta per tut­te l’obbligo assi­sten­zia­le nei con­fron­ti dell’altro, con pre­clu­sio­ne, per il futu­ro, di ogni suc­ces­si­va doman­da di con­te­nu­to eco­no­mi­co. Attra­ver­so tale moda­li­tà, infat­ti, i coniu­gi deci­do­no di defi­ni­re le pre­te­se reci­pro­che sen­za, poi, la pos­si­bi­li­tà in futu­ro di rive­de­re le con­di­zio­ni nem­me­no in caso di peg­gio­ra­men­to del­le con­di­zio­ni eco­no­mi­che del coniu­ge bene­fi­cia­rio. A segui­to dell’Una Tan­tum, quin­di, il coniu­ge bene­fi­cia­rio non potrà svol­ge­re in futu­ro doman­da per l’asse­gno divor­zi­le, nem­me­no nel caso in cui vi sia lo sta­to di biso­gno, nep­pu­re gli ali­men­ti – non essen­do più coniu­gi non vi è l’obbligo per gli ex coniu­gi di prov­ve­der­vi.

Non solo, una vol­ta defi­ni­ta l’Una Tan­tum, il sog­get­to aven­te dirit­to per­de anche il dirit­to alla quo­ta del­la pen­sio­ne di rever­si­bi­li­tà in caso di deces­so dell’ex coniu­ge, per­de il dirit­to al Trat­ta­men­to di Fine Rap­por­to e all’assegno suc­ces­so­rio, se sus­si­sten­ti i pre­sup­po­sti.

Pro­prio con rife­ri­men­to alla pen­sio­ne di rever­si­bi­li­tà, le Sezio­ni Uni­te del­la Cor­te di Cas­sa­zio­ne con sen­ten­za del 24 set­tem­bre 2018, n. 22434 han­no affer­ma­to che, “ai fini del rico­no­sci­men­to del­la pen­sio­ne di rever­si­bi­li­tà in favo­re del coniu­ge nei cui con­fron­ti è sta­to dichia­ra­to lo scio­gli­men­to o la ces­sa­zio­ne degli effet­ti civi­li del matri­mo­nio, la tito­la­ri­tà dell’assegno deve inten­der­si come tito­la­ri­tà attua­le e con­cre­ta­men­te frui­bi­le dell’assegno divor­zi­le, al momen­to del­la mor­te dell’ex coniu­ge, e non già come tito­la­ri­tà astrat­ta del dirit­to all’assegno divor­zi­le che è sta­to in pre­ce­den­za sod­di­sfat­to con la cor­re­spon­sio­ne in un’unica solu­zio­ne”.

Cosa acca­de per quan­to riguar­da il regi­me fisca­le dell’Una Tan­tum?

Anche il regi­me fisca­le a cui l’Una Tan­tum è assog­get­ta­ta è dif­fe­ren­te rispet­to a quel­lo pre­vi­so per gli asse­gni perio­di­ci: se que­sti ulti­mi sono dedu­ci­bi­li ai fini Irpef dal red­di­to dell’obbligato e sono tas­sa­ti qua­li red­di­ti assi­mi­la­bi­li a lavo­ro dipen­den­te per il per­ci­pien­te, l’Una Tan­tum non è dedu­ci­bi­le per chi la cor­ri­spon­de, men­tre è com­ple­ta­men­te esen­tas­se per il coniu­ge che la rice­ve.

Come si cal­co­la l’Una Tan­tum?

Essen­do esclu­si­va­men­te ogget­to di accor­do tra le par­ti, la leg­ge nul­la dice in meri­to alla quan­ti­fi­ca­zio­ne dell’Una Tan­tum limi­tan­do­si a pre­ci­sa­re che il Giu­di­ce del divor­zio ha il pote­re di valu­ta­re l’equità del­la cor­re­spon­sio­ne del­la som­ma, con­si­de­ra­te le con­di­zio­ni del­le par­ti.

Ben­ché non vi sia un cri­te­rio mate­ma­ti­co appli­ca­bi­le a tut­te le fat­ti­spe­cie doven­do­si, come in ogni ambi­to del dirit­to di fami­glia, pro­ce­de­re alla valu­ta­zio­ne di una serie di ele­men­ti con­cre­ti e tipi­ci di ogni situa­zio­ne, è pras­si nei Tri­bu­na­li ita­lia­ni uti­liz­za­re il c.d. meto­do “mol­ti­pli­ca­to­rio” che con­si­ste nel mol­ti­pli­ca­re l’assegno men­si­le per­ce­pi­to nel­la fase di sepa­ra­zio­ne (vero­si­mil­men­te con­fer­ma­to in sede di divor­zio) per un nume­ro di anni cor­ri­spon­den­ti all’aspettativa di vita resi­dua del bene­fi­cia­rio.

CARATTERISTICHE E RISCHI DELL’ASSEGNO IN UNICA SOLUZIONE

Tor­nan­do a par­la­re dell’assegno di man­te­ni­men­to Una Tan­tum dob­bia­mo ricor­da­re come que­sto sia rego­la­to dal­la leg­ge sul divor­zio per­ché pote­va esse­re pre­vi­sto solo nel­le pro­ce­du­re di scio­gli­men­to del matri­mo­nio su doman­da con­giun­ta. Da qual­che tem­po, anche in sede di sepa­ra­zio­ne con­sen­sua­le, alcu­ne cop­pie si sono accor­da­te in tal sen­so spe­ran­do di risol­ve­re in via defi­ni­ti­va le pre­te­se di man­te­ni­men­to del coniu­ge più debo­le.

Un pat­to simi­le deve esse­re pre­ven­ti­va­men­te con­trol­la­to dal Giu­di­ce che omo­lo­ga la sepa­ra­zio­ne con­sen­sua­le e, nel caso in cui sia rite­nu­to con­gruo, può esse­re ammes­so.

Tut­ta­via è bene pre­ci­sa­re che l’una tan­tum in fase di sepa­ra­zio­ne non sarà immo­di­fi­ca­bi­le come quel­lo pre­vi­sto in sede di divor­zio per­ché il coniu­ge bene­fi­cia­rio potrà chie­de­re una modi­fi­ca del­le con­di­zio­ni di sepa­ra­zio­ne, nel caso di varia­zio­ne del suo sta­to eco­no­mi­co o dell’altro coniu­ge e, inol­tre, potrà otte­ne­re la rine­go­zia­zio­ne di tut­ti gli accor­di al momen­to del divor­zio.

Le par­ti, quin­di, devo­no esse­re oppor­tu­na­men­te con­si­glia­te sul­la con­ve­nien­za di giun­ge­re ad una simi­le scel­ta per­ché potreb­be­ro erro­nea­men­te pen­sa­re di defi­ni­re in manie­ra non modi­fi­ca­bi­le la loro situa­zio­ne patri­mo­nia­le. Dovrà esse­re svol­ta un’attenta disa­mi­na del­le con­di­zio­ni eco­no­mi­che per com­pren­de­re l’effettiva con­ve­nien­za di un tra­sfe­ri­men­to in uni­ca solu­zio­ne al fine di evi­ta­re di tro­var­si impre­pa­ra­ti in pro­spet­ti­va futu­ra.

Asse­gno divor­zio una tan­tum tas­sa­zio­ne: Inde­du­ci­bi­li­tà dal red­di­to di chi lo cor­ri­spon­de

Una del­le que­stio­ni fon­da­men­ta­li riguar­dan­ti l’as­se­gno divor­zi­le una tan­tum è la sua inde­du­ci­bi­li­tà dal red­di­to del sog­get­to obbli­ga­to.

Tale inde­du­ci­bi­li­tà è un effet­to che si desu­me indi­ret­ta­men­te dal­la for­mu­la­zio­ne del­l’art. 10, com­ma 1, let­te­ra c) del DPR n. 917/​1986. Secon­do que­sta dispo­si­zio­ne, sono dedu­ci­bi­li dal red­di­to com­ples­si­vo del con­tri­buen­te “gli asse­gni perio­di­ci cor­ri­spo­sti al coniu­ge, ad esclu­sio­ne di quel­li desti­na­ti al man­te­ni­men­to dei figli, in con­se­guen­za di sepa­ra­zio­ne lega­le ed effet­ti­va, di scio­gli­men­to o annul­la­men­to del matri­mo­nio o di ces­sa­zio­ne dei suoi effet­ti civi­li, nel­la misu­ra in cui risul­ta­no da prov­ve­di­men­ti del­l’au­to­ri­tà giu­di­zia­ria.”

Dal­la nor­ma si evin­ce chia­ra­men­te che solo l’as­se­gno divor­zi­le perio­di­co è dedu­ci­bi­le, men­tre per quel­lo cor­ri­spo­sto in moda­li­tà una tan­tum non vi è alcu­na men­zio­ne. Que­sta con­clu­sio­ne è sta­ta spe­ci­fi­ca­ta anche dal­la Cas­sa­zio­ne, che ha riba­di­to che solo l’as­se­gno perio­di­co è dedu­ci­bi­le ai fini del­l’ap­pli­ca­zio­ne del­l’IR­PEF (Impo­sta sul Red­di­to del­le Per­so­ne Fisi­che), esclu­den­do quin­di l’as­se­gno divor­zi­le una tan­tum.

Ma è con­si­de­ra­to red­di­to per chi lo per­ce­pi­sce nel divor­zio?

Un altro aspet­to impor­tan­te del­l’as­se­gno divor­zi­le una tan­tum è che non costi­tui­sce un red­di­to per chi lo per­ce­pi­sce. La Cas­sa­zio­ne ha sot­to­li­nea­to que­sta carat­te­ri­sti­ca, affer­man­do che l’ob­bli­ga­zio­ne tri­bu­ta­ria riguar­dan­te la tas­sa­zio­ne degli asse­gni perio­di­ci è limi­ta­ta a tali impor­ti assi­mi­la­ti a quel­li di lavo­ro dipen­den­te. In altre paro­le, gli asse­gni perio­di­ci sono sog­get­ti a tas­sa­zio­ne, men­tre l’as­se­gno divor­zi­le una tan­tum non lo è.

La moti­va­zio­ne di que­sta dif­fe­ren­za di trat­ta­men­to risie­de nel­la tute­la del­l’ac­ci­piens, ossia il coniu­ge che rice­ve l’as­se­gno una tan­tum. Il legi­sla­to­re ha scel­to di non sot­to­por­re tale impor­to a tas­sa­zio­ne per pro­teg­ge­re il coniu­ge eco­no­mi­ca­men­te più debo­le. Al con­tra­rio, gli asse­gni perio­di­ci, essen­do assi­mi­la­ti a red­di­ti da lavo­ro dipen­den­te, sono sog­get­ti a tas­sa­zio­ne, ma pos­so­no esse­re dedot­ti dal red­di­to di chi li cor­ri­spon­de.

Tas­sa­zio­ne Asse­gno divor­zi­le una tan­tum: Non è neces­sa­rio dichia­rar­lo

Dopo aver chia­ri­to gli aspet­ti fisca­li del­l’as­se­gno divor­zi­le una tan­tum, è impor­tan­te affron­ta­re un’ul­ti­ma que­stio­ne: chi per­ce­pi­sce tale asse­gno deve inclu­der­lo nel­la pro­pria dichia­ra­zio­ne dei red­di­ti?

La rispo­sta è no. Con­tra­ria­men­te all’as­se­gno divor­zi­le perio­di­co, l’as­se­gno una tan­tum non deve esse­re dichia­ra­to. Come abbia­mo visto in pre­ce­den­za, esso non costi­tui­sce red­di­to per chi lo rice­ve e, di con­se­guen­za, non è sog­get­to a tas­sa­zio­ne. Per­tan­to, non vi è alcun obbli­go di inclu­der­lo nel­la dichia­ra­zio­ne dei red­di­ti.

Nor­ma­ti­va di Rife­ri­men­to

In Ita­lia, la rego­la­men­ta­zio­ne del­l’as­se­gno di man­te­ni­men­to una tan­tum è pre­vi­sta dal Codi­ce Civi­le. L’ar­ti­co­lo 5 del­la Leg­ge 1 dicem­bre 1970, n. 898 (modi­fi­ca­to dal­la Leg­ge 6 mar­zo 1987, n. 74) sta­bi­li­sce che il giu­di­ce può dispor­re, su richie­sta di una del­le par­ti, la cor­re­spon­sio­ne di una som­ma di dena­ro una tan­tum in luo­go del­l’as­se­gno perio­di­co.

Cri­te­ri di Asse­gna­zio­ne

Per deter­mi­na­re l’im­por­to del­l’as­se­gno di man­te­ni­men­to una tan­tum, il giu­di­ce tie­ne con­to di vari fat­to­ri:

  • Con­di­zio­ni eco­no­mi­che di entram­be le par­ti: La capa­ci­tà red­di­tua­le e patri­mo­nia­le di entram­bi i coniu­gi.
  • Dura­ta del matri­mo­nio: Un matri­mo­nio di lun­ga dura­ta può influen­za­re l’en­ti­tà del­l’as­se­gno.
  • Con­tri­bu­to alla vita fami­lia­re: Il con­tri­bu­to dato da cia­scun coniu­ge alla gestio­ne del­la casa e alla cre­sci­ta dei figli.
  • Even­tua­li respon­sa­bi­li­tà di cura: Pre­sen­za di figli mino­ri o di altri fami­lia­ri a cari­co.

Qua­li sono i van­tag­gi e gli svan­tag­gi di que­sta for­ma di soste­gno eco­no­mi­co?

Van­tag­gi:

  • Sicu­rez­za finan­zia­ria imme­dia­ta: Il coniu­ge bene­fi­cia­rio rice­ve subi­to una som­ma signi­fi­ca­ti­va che può esse­re uti­liz­za­ta per rico­min­cia­re una nuo­va vita.
  • Chia­rez­za e sem­pli­ci­tà: Si evi­ta il pro­lun­gar­si di rap­por­ti eco­no­mi­ci tra gli ex coniu­gi.
  • Pro­te­zio­ne da futu­re modi­fi­che: L’im­por­to non è sog­get­to a varia­zio­ni nel tem­po, a dif­fe­ren­za del­l’as­se­gno perio­di­co che può esse­re rine­go­zia­to in base a cam­bia­men­ti nel­le cir­co­stan­ze eco­no­mi­che.

Svan­tag­gi:

  • Rischio per il pagan­te: Il coniu­ge obbli­ga­to al paga­men­to deve dispor­re imme­dia­ta­men­te del­la som­ma sta­bi­li­ta, il che può rap­pre­sen­ta­re un one­re finan­zia­rio rile­van­te.
  • Pos­si­bi­le ina­de­gua­tez­za del­l’im­por­to: La som­ma una tan­tum potreb­be non esse­re suf­fi­cien­te a copri­re le neces­si­tà a lun­go ter­mi­ne del coniu­ge bene­fi­cia­rio.

Con­clu­sio­ni

L’as­se­gno di man­te­ni­men­to una tan­tum rap­pre­sen­ta una solu­zio­ne che, seb­be­ne meno comu­ne rispet­to all’as­se­gno perio­di­co, offre una via alter­na­ti­va per garan­ti­re un soste­gno eco­no­mi­co al coniu­ge più debo­le. È fon­da­men­ta­le valu­ta­re atten­ta­men­te le pro­prie cir­co­stan­ze eco­no­mi­che e per­so­na­li pri­ma di opta­re per que­sta solu­zio­ne, even­tual­men­te con il sup­por­to di un con­su­len­te lega­le spe­cia­liz­za­to in dirit­to di fami­glia. Attra­ver­so una com­pren­sio­ne chia­ra di que­sta pos­si­bi­li­tà, è pos­si­bi­le gesti­re in modo più con­sa­pe­vo­le e sere­no le con­se­guen­ze eco­no­mi­che del­la fine di un matri­mo­nio.

Vie­ne quin­di ad esse­re un impor­tan­te stru­men­to per garan­ti­re il soste­gno eco­no­mi­co al coniu­ge nel con­te­sto di una sepa­ra­zio­ne o di un divor­zio. Dal pun­to di vista fisca­le, esso pre­sen­ta alcu­ne pecu­lia­ri­tà signi­fi­ca­ti­ve. In pri­mo luo­go, l’as­se­gno una tan­tum non è dedu­ci­bi­le dal red­di­to di chi lo cor­ri­spon­de, a dif­fe­ren­za del­l’as­se­gno perio­di­co. In secon­do luo­go, non costi­tui­sce red­di­to per chi lo per­ce­pi­sce e, per­tan­to, non è sog­get­to a tas­sa­zio­ne.

È impor­tan­te com­pren­de­re que­ste impli­ca­zio­ni fisca­li al fine di adem­pie­re cor­ret­ta­men­te agli obbli­ghi e alle nor­ma­ti­ve tri­bu­ta­rie. Tut­ta­via, è sem­pre con­si­glia­bi­le con­sul­ta­re un pro­fes­sio­ni­sta fisca­le o un avvo­ca­to spe­cia­liz­za­to in dirit­to di fami­glia per otte­ne­re infor­ma­zio­ni spe­ci­fi­che e con­su­len­za per­so­na­liz­za­ta in base alla pro­pria situa­zio­ne.

I pun­ti più impor­tan­ti di que­sto argo­men­to sono sta­ti affron­ta­ti, ma TU che hai let­to fin qui, sicu­ra­men­te meri­ti mag­gio­ri rispo­ste rispet­to al tuo caso. Se hai biso­gno di assi­sten­za e con­su­len­za nel dirit­to di fami­glia con­tat­ta­ci via email o via Wha­tsApp. Di segui­to tro­ve­rai tut­ti i reca­pi­ti di cui hai biso­gno.

Avv. Fran­ce­sco Frez­za

Via Ambra, 481038 Tren­to­la Ducen­ta (Caser­ta)

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