LA MEDIAZIONE E IL PIANO GENITORIALE

A cosa serve la mediazione familiare? Come strutturare un piano genitoriale?

Nel pre­sen­te arti­co­lo esplo­re­re­mo come la media­zio­ne fami­lia­re pos­sa con­tri­bui­re a ridur­re i con­flit­ti e favo­ri­re la crea­zio­ne di un pia­no geni­to­ria­le equi­li­bra­to, che ten­ga con­to del­le esi­gen­ze di tut­te le par­ti coin­vol­te. Appro­fon­di­re­mo i prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la media­zio­ne, i bene­fi­ci di un approc­cio col­la­bo­ra­ti­vo e l’im­por­tan­za di un pia­no geni­to­ria­le ben strut­tu­ra­to per il man­te­ni­men­to di rela­zio­ni fami­lia­ri sane.

La media­zio­ne fami­lia­re rap­pre­sen­ta uno stru­men­to pre­zio­so nei con­te­sti di con­flit­to all’in­ter­no del­le fami­glie, in par­ti­co­la­re duran­te pro­ces­si di sepa­ra­zio­ne o divor­zio. Que­sto per­cor­so, basa­to sul dia­lo­go e sul­la col­la­bo­ra­zio­ne, offre uno spa­zio neu­tra­le e strut­tu­ra­to in cui le par­ti pos­so­no con­fron­tar­si, accom­pa­gna­te da un media­to­re qua­li­fi­ca­to, per rag­giun­ge­re solu­zio­ni con­di­vi­se.

Un aspet­to cru­cia­le che affron­te­re­mo duran­te la media­zio­ne è la defi­ni­zio­ne del pia­no geni­to­ria­le, un docu­men­to che rego­la i rap­por­ti tra geni­to­ri e figli, sta­bi­len­do rego­le chia­re e orga­niz­za­ti­ve per la loro gestio­ne comu­ne. Que­sto stru­men­to ha l’o­biet­ti­vo di garan­ti­re il benes­se­re psi­co­lo­gi­co ed emo­ti­vo dei figli, met­ten­do al cen­tro i loro biso­gni, anche nei momen­ti di dif­fi­col­tà.

COSA ELA MEDIAZIONE? CHE OBIETTIVI SI PONE?

La Media­zio­ne Fami­lia­re: Un Per­cor­so di Dia­lo­go e Con­di­vi­sio­ne

La media­zio­ne fami­lia­re è un inter­ven­to pro­fes­sio­na­le che mira a sup­por­ta­re le fami­glie in situa­zio­ni di con­flit­to, spe­cial­men­te duran­te sepa­ra­zio­ni e divor­zi. Il suo obiet­ti­vo prin­ci­pa­le è quel­lo di aiu­ta­re i geni­to­ri a rista­bi­li­re una comu­ni­ca­zio­ne effi­ca­ce e a tro­va­re solu­zio­ni con­di­vi­se, pre­ser­van­do il benes­se­re dei figli e rispet­tan­do le esi­gen­ze indi­vi­dua­li.

Il media­to­re fami­lia­re, figu­ra neu­tra­le e impar­zia­le, faci­li­ta il dia­lo­go tra le par­ti, evi­tan­do che il con­flit­to dege­ne­ri e che si tra­sfor­mi in un’e­sca­la­tion emo­ti­va o lega­le. Attra­ver­so tec­ni­che spe­ci­fi­che, come la gestio­ne dei con­flit­ti e il pro­blem-sol­ving, il media­to­re aiu­ta i geni­to­ri a costrui­re una base di rispet­to reci­pro­co, essen­zia­le per affron­ta­re deci­sio­ni impor­tan­ti come la cura e l’e­du­ca­zio­ne dei figli.

Que­sto per­cor­so si basa su alcu­ni prin­ci­pi fon­da­men­ta­li:

  1. Neu­tra­li­tà del media­to­re: Il pro­fes­sio­ni­sta non pren­de par­ti e non impo­ne solu­zio­ni, ma faci­li­ta il dia­lo­go e la nego­zia­zio­ne tra le par­ti.
  2. Foca­liz­za­zio­ne sul futu­ro: La media­zio­ne non si con­cen­tra sui moti­vi del con­flit­to, ma mira a tro­va­re solu­zio­ni pra­ti­che e con­di­vi­se per il benes­se­re fami­lia­re futu­ro.
  3. Col­la­bo­ra­zio­ne e ascol­to: I geni­to­ri ven­go­no gui­da­ti a espri­me­re i pro­pri biso­gni e a com­pren­de­re quel­li del­l’al­tro, favo­ren­do una comu­ni­ca­zio­ne più empa­ti­ca.

NOTA BENE: La media­zio­ne non sosti­tui­sce il ruo­lo del giu­di­ce o degli avvo­ca­ti, ma si affian­ca ad essi come uno stru­men­to che per­met­te di evi­ta­re l’e­sca­la­tion dei con­flit­ti e di arri­va­re a solu­zio­ni per­so­na­liz­za­te, spes­so più rapi­de ed eco­no­mi­che rispet­to a quel­le impo­ste dal tri­bu­na­le.

La Media­zio­ne Fami­lia­re e il Pia­no Geni­to­ria­le: Un Bino­mio Stra­te­gi­co

La crea­zio­ne di un pia­no geni­to­ria­le effi­ca­ce è una del­le prin­ci­pa­li fina­li­tà del­la media­zio­ne fami­lia­re. In que­sto con­te­sto, il media­to­re gui­da i geni­to­ri attra­ver­so un per­cor­so strut­tu­ra­to, aiu­tan­do­li a:

  1. Iden­ti­fi­ca­re i biso­gni dei figli: Ogni bam­bi­no è uni­co, e il pia­no deve esse­re per­so­na­liz­za­to per rispon­de­re alle sue neces­si­tà spe­ci­fi­che.
  2. Esa­mi­na­re le risor­se e le dispo­ni­bi­li­tà dei geni­to­ri: Non tut­ti i geni­to­ri han­no le stes­se capa­ci­tà o pos­si­bi­li­tà, ma è fon­da­men­ta­le garan­ti­re un impe­gno equi­li­bra­to.
  3. Sta­bi­li­re rego­le chia­re: La defi­ni­zio­ne di accor­di tra­spa­ren­ti ridu­ce l’incertezza e i moti­vi di con­flit­to futu­ri.

Attra­ver­so que­sto approc­cio, i geni­to­ri sono inco­rag­gia­ti a spo­sta­re l’attenzione dai loro disac­cor­di per­so­na­li ai biso­gni dei figli, adot­tan­do una pro­spet­ti­va col­la­bo­ra­ti­va che con­tri­bui­sce al loro benes­se­re emo­ti­vo.

QUALI SONO I BENEFICI DELLE MEDIAZIONE E DEL PIANO GENITORIALE?

Adot­ta­re un approc­cio di media­zio­ne e crea­re un pia­no geni­to­ria­le ben strut­tu­ra­to offre nume­ro­si van­tag­gi:

  1. Ridu­zio­ne del­lo stress per i figli: Mino­ri ten­sio­ni tra i geni­to­ri si tra­du­co­no in un ambien­te fami­lia­re più sere­no.
  2. Pre­ven­zio­ne dei con­flit­ti lega­li: La media­zio­ne ridu­ce la neces­si­tà di ricor­re­re ai tri­bu­na­li, acce­le­ran­do i tem­pi e dimi­nuen­do i costi.
  3. Miglio­ra­men­to del­la comu­ni­ca­zio­ne tra i geni­to­ri: La media­zio­ne favo­ri­sce un dia­lo­go più effi­ca­ce e meno con­flit­tua­le, uti­le anche a lun­go ter­mi­ne.
  4. Empo­wer­ment dei geni­to­ri: Entram­bi i geni­to­ri si sen­to­no par­te­ci­pi e respon­sa­bi­li del­le deci­sio­ni pre­se.
  5. Mag­gio­re adat­ta­bi­li­tà: Un pia­no geni­to­ria­le con­di­vi­so è più fles­si­bi­le rispet­to a un’imposizione giu­di­zia­ria, per­met­ten­do modi­fi­che in base alle neces­si­tà futu­re.

E IL PIANO GENITORIALE?

Il pia­no geni­to­ria­le è un docu­men­to che i geni­to­ri sepa­ra­ti o divor­zia­ti devo­no pre­di­spor­re, spes­so richie­sto in sede lega­le, per defi­ni­re le moda­li­tà di cura, edu­ca­zio­ne e gestio­ne dei figli mino­ren­ni.

Un pia­no geni­to­ria­le che sca­tu­ri­sce da una media­zio­ne fami­lia­re è un accor­do nego­zia­to tra i geni­to­ri che sta­bi­li­sce le respon­sa­bi­li­tà e i dirit­ti dei geni­to­ri sepa­ra­ti o divor­zia­ti in rela­zio­ne ai figli comu­ni. La media­zio­ne fami­lia­re è un pro­ces­so vol­to a faci­li­ta­re la comu­ni­ca­zio­ne e la col­la­bo­ra­zio­ne tra i geni­to­ri, al fine di rag­giun­ge­re un accor­do sod­di­sfa­cen­te per entram­bi e che ten­ga con­to del benes­se­re dei figli.

Un’analisi di un pia­no geni­to­ria­le che emer­ge da una media­zio­ne fami­lia­re può inclu­de­re i seguen­ti aspet­ti:

  1. Affi­da­men­to dei figli: Il pia­no geni­to­ria­le defi­ni­sce come sarà sud­di­vi­so il tem­po tra­scor­so dai figli con cia­scun geni­to­re. Può sta­bi­li­re un pro­gram­ma rego­la­re, come i gior­ni del­la set­ti­ma­na o le set­ti­ma­ne del mese, in cui i figli risie­de­ran­no con cia­scun geni­to­re. Que­sto può inclu­de­re anche le moda­li­tà di tra­sfe­ri­men­to dei figli da un geni­to­re all’altro.
  2. Deci­sio­ni impor­tan­ti: Il pia­no può defi­ni­re come ver­ran­no pre­se le deci­sio­ni impor­tan­ti riguar­dan­ti i figli, come l’educazione, la salu­te e le atti­vi­tà extra­cur­ri­cu­la­ri. Può esse­re sta­bi­li­to un pro­ces­so di con­sul­ta­zio­ne o di con­di­vi­sio­ne del­le deci­sio­ni, in modo che entram­bi i geni­to­ri abbia­no voce in capi­to­lo.
  3. Comu­ni­ca­zio­ne: Il pia­no può sta­bi­li­re i cana­li di comu­ni­ca­zio­ne tra i geni­to­ri, ad esem­pio l’uso di e‑mail, mes­sag­gi di testo o appli­ca­zio­ni spe­ci­fi­che per la comu­ni­ca­zio­ne fami­lia­re. Può anche inclu­de­re dispo­si­zio­ni sul­la con­di­vi­sio­ne del­le infor­ma­zio­ni rile­van­ti riguar­dan­ti i figli, come le loro atti­vi­tà sco­la­sti­che o i pro­ble­mi di salu­te.
  4. Festi­vi­tà e occa­sio­ni spe­cia­li: Il pia­no può affron­ta­re la sud­di­vi­sio­ne del tem­po duran­te le festi­vi­tà, le vacan­ze e le occa­sio­ni spe­cia­li come com­plean­ni, Nata­le o Pasqua. Può esse­re sta­bi­li­to un siste­ma di rota­zio­ne o un accor­do spe­ci­fi­co per garan­ti­re che i figli tra­scor­ra­no del tem­po con entram­bi i geni­to­ri in que­ste occa­sio­ni.
  5. Fles­si­bi­li­tà e adat­ta­bi­li­tà: Il pia­no può inclu­de­re clau­so­le che con­sen­to­no una cer­ta fles­si­bi­li­tà, ad esem­pio la pos­si­bi­li­tà di modi­fi­ca­re tem­po­ra­nea­men­te l’orario sta­bi­li­to per adat­tar­si a esi­gen­ze par­ti­co­la­ri o cam­bia­men­ti nel­le cir­co­stan­ze.
  6. Riso­lu­zio­ne del­le con­tro­ver­sie: Il pia­no può for­ni­re una pro­ce­du­ra per la riso­lu­zio­ne del­le con­tro­ver­sie o dei con­flit­ti che potreb­be­ro sor­ge­re tra i geni­to­ri. Que­sto potreb­be inclu­de­re l’obbligo di par­te­ci­pa­re a una nuo­va media­zio­ne o di con­sul­ta­re un pro­fes­sio­ni­sta neu­tra­le per tro­va­re una solu­zio­ne.

La Cen­tra­li­tà dei Figli: Il Prin­ci­pio del “Best Inte­re­st”

Uno dei pila­stri del pia­no geni­to­ria­le è il prin­ci­pio del “best inte­re­st of the child” (miglio­re inte­res­se del mino­re). Que­sto prin­ci­pio sot­to­li­nea che ogni deci­sio­ne deve esse­re orien­ta­ta al benes­se­re dei figli, garan­ten­do loro sta­bi­li­tà, affet­to e con­ti­nui­tà nel­le rela­zio­ni affet­ti­ve.

Nell’ambito del­la media­zio­ne, i geni­to­ri ven­go­no sen­si­bi­liz­za­ti su come le loro scel­te e il loro com­por­ta­men­to influen­zi­no diret­ta­men­te la sere­ni­tà dei figli. Que­sto per­met­te di svi­lup­pa­re una mag­gio­re con­sa­pe­vo­lez­za e respon­sa­bi­li­tà, con­tri­buen­do alla crea­zio­ne di un ambien­te fami­lia­re più sano.

COME È CAMBIATO IL PIANO GENITORIALE DOPO LA RIFORMA CARTABIA?

La rifor­ma “Car­ta­bia” ha intro­dot­to nume­ro­se inte­res­san­ti novi­tà nel pro­ces­so di fami­glia, dan­do spa­zio a isti­tu­ti e pro­ce­du­re già in uso in mol­ti pae­si occi­den­ta­li, tra cui, ad esem­pio, il Tri­bu­na­le per la Fami­glia, ed ha poten­zia­to la spe­cia­liz­za­zio­ne del giu­di­ce e del­le figu­re pro­fes­sio­na­li inca­ri­ca­te di pren­der­si cura del­la fami­glia nel momen­to del­la cri­si. Tra que­ste ricor­dia­mo in par­ti­co­la­re il media­to­re fami­lia­re, e il coor­di­na­to­re fami­lia­re, figu­ra pro­fes­sio­na­le costrui­ta dall’ingegno del­la ricer­ca­tri­ce sta­tu­ni­ten­se Debra Car­ter, assai dif­fu­sa negli Sta­ti Uni­ti e in Cana­da e impie­ga­ta quan­do si veri­fi­ca­no situa­zio­ni di alta con­flit­tua­li­tà tali da ren­de­re non media­bi­le e non altri­men­ti gesti­bi­le la geni­to­ria­li­tà. Geni­to­ri, avvo­ca­ti, giu­di­ci, con­su­len­ti, media­to­ri, cura­to­ri, coor­di­na­to­ri, assi­sten­ti socia­li e tut­te le altre figu­re spe­cia­liz­za­te che si pren­de­ran­no cura del­la fami­glia feri­ta potran­no inol­tre gio­var­si di uno stru­men­to assai pre­zio­so, che la rifor­ma ha intro­dot­to ex novo, mutuan­do­lo dall’esperienza di mol­ti pae­si occi­den­ta­li: il pia­no geni­to­ria­le, pre­vi­sto dall’art. 473 bis.12 ulti­mo com­ma C.P.C.

L’idea è sem­pli­ce: aiu­ta­re i due geni­to­ri a con­cen­trar­si non tan­to sul­le ragio­ni del dis­sen­so o sul­le reci­pro­che pre­te­se, ma più che altro sul­le con­cre­te esi­gen­ze quo­ti­dia­ne dei figli, con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to a casa, scuo­la, ami­ci, vacan­ze, per­cor­si edu­ca­ti­vi, atti­vi­tà extra­sco­la­sti­che, tut­te cose che nor­mal­men­te dovreb­be­ro resta­re inva­ria­te o qua­si pri­ma e dopo la sepa­ra­zio­ne. L’esperienza este­ra ci con­for­ta nel riscon­tra­re che il pia­no geni­to­ria­le, se ade­gua­ta­men­te impie­ga­to, por­ta ad un crol­lo del­la con­flit­tua­li­tà tra le par­ti e aiu­ta mam­ma e papà nel loro impe­gno geni­to­ria­le evi­tan­do inu­ti­li con­tro­ver­sie. Le madri, sul­le qua­li spes­so rica­de la mag­gior par­te dei com­pi­ti di cura, sco­pri­ran­no di poter esse­re aiu­ta­te dall’ex part­ner nel­la gestio­ne con­cre­ta dei figli, nel loro accom­pa­gna­men­to da e per la scuo­la, la pale­stra, il cal­cio, la dan­za, la musi­ca, il cate­chi­smo etc etc.

Allo stes­so modo i padri, sui qua­li tra­di­zio­nal­men­te rica­de l’obbligazione pura­men­te eco­no­mi­ca, saran­no feli­ci a loro vol­ta di tro­var­si mag­gior­men­te coin­vol­ti nel­la vita dei figli, incon­tran­do­li mol­to più spes­so dei cano­ni­ci due pome­rig­gi a set­ti­ma­na e dan­do un sen­so con­cre­to alla loro con­tri­bu­zio­ne gra­zie alla auspi­ca­bi­le ripar­ti­zio­ne per capi­to­li di spe­sa.

Ecco per­ché la rifor­ma pre­ve­de che il pia­no geni­to­ria­le sia pre­sen­ta­to anche nel caso di sepa­ra­zio­ne giu­di­zia­le. I due con­ten­den­ti sco­pri­ran­no così che le loro pro­po­ste sul­la cre­sci­ta e l’educazione dei figli non saran­no poi così diver­se, visto che entram­bi i geni­to­ri, sia pure acce­si da reci­pro­ca ani­mo­si­tà, han­no sem­pre e comun­que a cuo­re il bene dei loro figli.

Quan­to più un pia­no geni­to­ria­le sarà det­ta­glia­to, tan­to più sarà faci­le per gli avvo­ca­ti, per i media­to­ri o per il giu­di­ce tro­va­re i pun­ti di con­tat­to tra le due pro­po­ste di ména­ge, aiu­tan­do così le par­ti a con­ci­liar­si. I miglio­ri pia­ni geni­to­ria­li con­ter­ran­no anche appo­si­te clau­so­le atte a rego­la­re la pro­ce­du­ra di revi­sio­ne e modi­fi­ca del pia­no stes­so, pre­ve­nen­do la con­flit­tua­li­tà secon­da­ria, col­le­ga­ta ai ricor­si per la modi­fi­ca del­le con­di­zio­ni di affi­da­men­to e gestio­ne del­la pro­le. Il ruo­lo degli avvo­ca­ti, in tal caso, non sarà più quel­lo di soste­ne­re la cau­sa in giu­di­zio ma quel­lo di aiu­ta­re i pro­pri assi­sti­ti nel­la pro­ce­du­ra bona­ria di reda­zio­ne del nuo­vo pia­no geni­to­ria­le, tenen­do con­to del­le muta­te esi­gen­ze del­la pro­le e aiu­tan­do la fami­glia sepa­ra­ta a evi­ta­re ulte­rio­ri moti­vi di con­flit­to. I pro­fes­sio­ni­sti più abi­li sapran­no così impie­ga­re gli stru­men­ti mes­si a loro dispo­si­zio­ne, pre­ve­nen­do il con­fron­to in tri­bu­na­le e il detri­men­to di quel­le rela­zio­ni geni­to­ria­li che, per loro natu­ra e nel supe­rio­re inte­res­se dei mino­ri, meri­ta­no di esser lascia­te il più pos­si­bi­le intat­te e per­vie.

CONCLUSIONI

La media­zio­ne fami­lia­re e il pia­no geni­to­ria­le rap­pre­sen­ta­no due stru­men­ti fon­da­men­ta­li per affron­ta­re le sfi­de lega­te alla sepa­ra­zio­ne e al divor­zio in modo costrut­ti­vo e respon­sa­bi­le. La media­zio­ne, offren­do uno spa­zio di dia­lo­go neu­tra­le e strut­tu­ra­to, con­sen­te ai geni­to­ri di supe­ra­re i con­flit­ti e di foca­liz­zar­si sui biso­gni dei figli, men­tre il pia­no geni­to­ria­le fun­ge da gui­da pra­ti­ca per la gestio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà con­di­vi­se.

In un con­te­sto spes­so carat­te­riz­za­to da ten­sio­ni emo­ti­ve e dif­fi­col­tà comu­ni­ca­ti­ve, que­sti stru­men­ti per­met­to­no di ridur­re i con­tra­sti e di pro­muo­ve­re un cli­ma col­la­bo­ra­ti­vo, essen­zia­le per garan­ti­re il benes­se­re psi­co­lo­gi­co ed emo­ti­vo dei figli. Il prin­ci­pio gui­da del “miglio­re inte­res­se del mino­re” diven­ta il pun­to di rife­ri­men­to per ogni deci­sio­ne, orien­tan­do i geni­to­ri ver­so solu­zio­ni che pri­vi­le­gia­no la sta­bi­li­tà e la sere­ni­tà dei bam­bi­ni.

Adot­ta­re un approc­cio di media­zio­ne e con­di­vi­de­re un pia­no geni­to­ria­le non è solo una scel­ta prag­ma­ti­ca, ma anche un atto di respon­sa­bi­li­tà e amo­re ver­so i pro­pri figli. Costrui­re un equi­li­brio fami­lia­re dopo una sepa­ra­zio­ne è una sfi­da, ma gra­zie a stru­men­ti come la media­zio­ne e il pia­no geni­to­ria­le, è pos­si­bi­le tra­sfor­ma­re un momen­to di cri­si in un’opportunità per garan­ti­re un futu­ro più sere­no per tut­ti i mem­bri del­la fami­glia.

I pun­ti più impor­tan­ti di que­sto argo­men­to sono sta­ti affron­ta­ti, ma TU che hai let­to fin qui, sicu­ra­men­te meri­ti mag­gio­ri rispo­ste rispet­to al tuo caso. Se hai biso­gno di assi­sten­za e con­su­len­za nel dirit­to di fami­glia con­tat­ta­ci via email o via wha­tsapp. Di segui­to tro­ve­rai tut­ti i reca­pi­ti di cui hai biso­gno.

Avv. Fran­ce­sco Frez­za

Via Ambra, 481038 Tren­to­la Ducen­ta (Caser­ta)

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