Nel presente articolo esploreremo come la mediazione familiare possa contribuire a ridurre i conflitti e favorire la creazione di un piano genitoriale equilibrato, che tenga conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte. Approfondiremo i principi fondamentali della mediazione, i benefici di un approccio collaborativo e l’importanza di un piano genitoriale ben strutturato per il mantenimento di relazioni familiari sane.
La mediazione familiare rappresenta uno strumento prezioso nei contesti di conflitto all’interno delle famiglie, in particolare durante processi di separazione o divorzio. Questo percorso, basato sul dialogo e sulla collaborazione, offre uno spazio neutrale e strutturato in cui le parti possono confrontarsi, accompagnate da un mediatore qualificato, per raggiungere soluzioni condivise.
Un aspetto cruciale che affronteremo durante la mediazione è la definizione del piano genitoriale, un documento che regola i rapporti tra genitori e figli, stabilendo regole chiare e organizzative per la loro gestione comune. Questo strumento ha l’obiettivo di garantire il benessere psicologico ed emotivo dei figli, mettendo al centro i loro bisogni, anche nei momenti di difficoltà.
COSA E’ LA MEDIAZIONE? CHE OBIETTIVI SI PONE?
La Mediazione Familiare: Un Percorso di Dialogo e Condivisione
La mediazione familiare è un intervento professionale che mira a supportare le famiglie in situazioni di conflitto, specialmente durante separazioni e divorzi. Il suo obiettivo principale è quello di aiutare i genitori a ristabilire una comunicazione efficace e a trovare soluzioni condivise, preservando il benessere dei figli e rispettando le esigenze individuali.
Il mediatore familiare, figura neutrale e imparziale, facilita il dialogo tra le parti, evitando che il conflitto degeneri e che si trasformi in un’escalation emotiva o legale. Attraverso tecniche specifiche, come la gestione dei conflitti e il problem-solving, il mediatore aiuta i genitori a costruire una base di rispetto reciproco, essenziale per affrontare decisioni importanti come la cura e l’educazione dei figli.
Questo percorso si basa su alcuni principi fondamentali:
- Neutralità del mediatore: Il professionista non prende parti e non impone soluzioni, ma facilita il dialogo e la negoziazione tra le parti.
- Focalizzazione sul futuro: La mediazione non si concentra sui motivi del conflitto, ma mira a trovare soluzioni pratiche e condivise per il benessere familiare futuro.
- Collaborazione e ascolto: I genitori vengono guidati a esprimere i propri bisogni e a comprendere quelli dell’altro, favorendo una comunicazione più empatica.
NOTA BENE: La mediazione non sostituisce il ruolo del giudice o degli avvocati, ma si affianca ad essi come uno strumento che permette di evitare l’escalation dei conflitti e di arrivare a soluzioni personalizzate, spesso più rapide ed economiche rispetto a quelle imposte dal tribunale.
La Mediazione Familiare e il Piano Genitoriale: Un Binomio Strategico
La creazione di un piano genitoriale efficace è una delle principali finalità della mediazione familiare. In questo contesto, il mediatore guida i genitori attraverso un percorso strutturato, aiutandoli a:
- Identificare i bisogni dei figli: Ogni bambino è unico, e il piano deve essere personalizzato per rispondere alle sue necessità specifiche.
- Esaminare le risorse e le disponibilità dei genitori: Non tutti i genitori hanno le stesse capacità o possibilità, ma è fondamentale garantire un impegno equilibrato.
- Stabilire regole chiare: La definizione di accordi trasparenti riduce l’incertezza e i motivi di conflitto futuri.
Attraverso questo approccio, i genitori sono incoraggiati a spostare l’attenzione dai loro disaccordi personali ai bisogni dei figli, adottando una prospettiva collaborativa che contribuisce al loro benessere emotivo.
QUALI SONO I BENEFICI DELLE MEDIAZIONE E DEL PIANO GENITORIALE?
Adottare un approccio di mediazione e creare un piano genitoriale ben strutturato offre numerosi vantaggi:
- Riduzione dello stress per i figli: Minori tensioni tra i genitori si traducono in un ambiente familiare più sereno.
- Prevenzione dei conflitti legali: La mediazione riduce la necessità di ricorrere ai tribunali, accelerando i tempi e diminuendo i costi.
- Miglioramento della comunicazione tra i genitori: La mediazione favorisce un dialogo più efficace e meno conflittuale, utile anche a lungo termine.
- Empowerment dei genitori: Entrambi i genitori si sentono partecipi e responsabili delle decisioni prese.
- Maggiore adattabilità: Un piano genitoriale condiviso è più flessibile rispetto a un’imposizione giudiziaria, permettendo modifiche in base alle necessità future.
E IL PIANO GENITORIALE?
Il piano genitoriale è un documento che i genitori separati o divorziati devono predisporre, spesso richiesto in sede legale, per definire le modalità di cura, educazione e gestione dei figli minorenni.
Un piano genitoriale che scaturisce da una mediazione familiare è un accordo negoziato tra i genitori che stabilisce le responsabilità e i diritti dei genitori separati o divorziati in relazione ai figli comuni. La mediazione familiare è un processo volto a facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i genitori, al fine di raggiungere un accordo soddisfacente per entrambi e che tenga conto del benessere dei figli.
Un’analisi di un piano genitoriale che emerge da una mediazione familiare può includere i seguenti aspetti:
- Affidamento dei figli: Il piano genitoriale definisce come sarà suddiviso il tempo trascorso dai figli con ciascun genitore. Può stabilire un programma regolare, come i giorni della settimana o le settimane del mese, in cui i figli risiederanno con ciascun genitore. Questo può includere anche le modalità di trasferimento dei figli da un genitore all’altro.
- Decisioni importanti: Il piano può definire come verranno prese le decisioni importanti riguardanti i figli, come l’educazione, la salute e le attività extracurriculari. Può essere stabilito un processo di consultazione o di condivisione delle decisioni, in modo che entrambi i genitori abbiano voce in capitolo.
- Comunicazione: Il piano può stabilire i canali di comunicazione tra i genitori, ad esempio l’uso di e‑mail, messaggi di testo o applicazioni specifiche per la comunicazione familiare. Può anche includere disposizioni sulla condivisione delle informazioni rilevanti riguardanti i figli, come le loro attività scolastiche o i problemi di salute.
- Festività e occasioni speciali: Il piano può affrontare la suddivisione del tempo durante le festività, le vacanze e le occasioni speciali come compleanni, Natale o Pasqua. Può essere stabilito un sistema di rotazione o un accordo specifico per garantire che i figli trascorrano del tempo con entrambi i genitori in queste occasioni.
- Flessibilità e adattabilità: Il piano può includere clausole che consentono una certa flessibilità, ad esempio la possibilità di modificare temporaneamente l’orario stabilito per adattarsi a esigenze particolari o cambiamenti nelle circostanze.
- Risoluzione delle controversie: Il piano può fornire una procedura per la risoluzione delle controversie o dei conflitti che potrebbero sorgere tra i genitori. Questo potrebbe includere l’obbligo di partecipare a una nuova mediazione o di consultare un professionista neutrale per trovare una soluzione.
La Centralità dei Figli: Il Principio del “Best Interest”
Uno dei pilastri del piano genitoriale è il principio del “best interest of the child” (migliore interesse del minore). Questo principio sottolinea che ogni decisione deve essere orientata al benessere dei figli, garantendo loro stabilità, affetto e continuità nelle relazioni affettive.
Nell’ambito della mediazione, i genitori vengono sensibilizzati su come le loro scelte e il loro comportamento influenzino direttamente la serenità dei figli. Questo permette di sviluppare una maggiore consapevolezza e responsabilità, contribuendo alla creazione di un ambiente familiare più sano.
COME È CAMBIATO IL PIANO GENITORIALE DOPO LA RIFORMA CARTABIA?
La riforma “Cartabia” ha introdotto numerose interessanti novità nel processo di famiglia, dando spazio a istituti e procedure già in uso in molti paesi occidentali, tra cui, ad esempio, il Tribunale per la Famiglia, ed ha potenziato la specializzazione del giudice e delle figure professionali incaricate di prendersi cura della famiglia nel momento della crisi. Tra queste ricordiamo in particolare il mediatore familiare, e il coordinatore familiare, figura professionale costruita dall’ingegno della ricercatrice statunitense Debra Carter, assai diffusa negli Stati Uniti e in Canada e impiegata quando si verificano situazioni di alta conflittualità tali da rendere non mediabile e non altrimenti gestibile la genitorialità. Genitori, avvocati, giudici, consulenti, mediatori, curatori, coordinatori, assistenti sociali e tutte le altre figure specializzate che si prenderanno cura della famiglia ferita potranno inoltre giovarsi di uno strumento assai prezioso, che la riforma ha introdotto ex novo, mutuandolo dall’esperienza di molti paesi occidentali: il piano genitoriale, previsto dall’art. 473 bis.12 ultimo comma C.P.C.
L’idea è semplice: aiutare i due genitori a concentrarsi non tanto sulle ragioni del dissenso o sulle reciproche pretese, ma più che altro sulle concrete esigenze quotidiane dei figli, con particolare riferimento a casa, scuola, amici, vacanze, percorsi educativi, attività extrascolastiche, tutte cose che normalmente dovrebbero restare invariate o quasi prima e dopo la separazione. L’esperienza estera ci conforta nel riscontrare che il piano genitoriale, se adeguatamente impiegato, porta ad un crollo della conflittualità tra le parti e aiuta mamma e papà nel loro impegno genitoriale evitando inutili controversie. Le madri, sulle quali spesso ricade la maggior parte dei compiti di cura, scopriranno di poter essere aiutate dall’ex partner nella gestione concreta dei figli, nel loro accompagnamento da e per la scuola, la palestra, il calcio, la danza, la musica, il catechismo etc etc.
Allo stesso modo i padri, sui quali tradizionalmente ricade l’obbligazione puramente economica, saranno felici a loro volta di trovarsi maggiormente coinvolti nella vita dei figli, incontrandoli molto più spesso dei canonici due pomeriggi a settimana e dando un senso concreto alla loro contribuzione grazie alla auspicabile ripartizione per capitoli di spesa.
Ecco perché la riforma prevede che il piano genitoriale sia presentato anche nel caso di separazione giudiziale. I due contendenti scopriranno così che le loro proposte sulla crescita e l’educazione dei figli non saranno poi così diverse, visto che entrambi i genitori, sia pure accesi da reciproca animosità, hanno sempre e comunque a cuore il bene dei loro figli.
Quanto più un piano genitoriale sarà dettagliato, tanto più sarà facile per gli avvocati, per i mediatori o per il giudice trovare i punti di contatto tra le due proposte di ménage, aiutando così le parti a conciliarsi. I migliori piani genitoriali conterranno anche apposite clausole atte a regolare la procedura di revisione e modifica del piano stesso, prevenendo la conflittualità secondaria, collegata ai ricorsi per la modifica delle condizioni di affidamento e gestione della prole. Il ruolo degli avvocati, in tal caso, non sarà più quello di sostenere la causa in giudizio ma quello di aiutare i propri assistiti nella procedura bonaria di redazione del nuovo piano genitoriale, tenendo conto delle mutate esigenze della prole e aiutando la famiglia separata a evitare ulteriori motivi di conflitto. I professionisti più abili sapranno così impiegare gli strumenti messi a loro disposizione, prevenendo il confronto in tribunale e il detrimento di quelle relazioni genitoriali che, per loro natura e nel superiore interesse dei minori, meritano di esser lasciate il più possibile intatte e pervie.
CONCLUSIONI
La mediazione familiare e il piano genitoriale rappresentano due strumenti fondamentali per affrontare le sfide legate alla separazione e al divorzio in modo costruttivo e responsabile. La mediazione, offrendo uno spazio di dialogo neutrale e strutturato, consente ai genitori di superare i conflitti e di focalizzarsi sui bisogni dei figli, mentre il piano genitoriale funge da guida pratica per la gestione delle responsabilità condivise.
In un contesto spesso caratterizzato da tensioni emotive e difficoltà comunicative, questi strumenti permettono di ridurre i contrasti e di promuovere un clima collaborativo, essenziale per garantire il benessere psicologico ed emotivo dei figli. Il principio guida del “migliore interesse del minore” diventa il punto di riferimento per ogni decisione, orientando i genitori verso soluzioni che privilegiano la stabilità e la serenità dei bambini.
Adottare un approccio di mediazione e condividere un piano genitoriale non è solo una scelta pragmatica, ma anche un atto di responsabilità e amore verso i propri figli. Costruire un equilibrio familiare dopo una separazione è una sfida, ma grazie a strumenti come la mediazione e il piano genitoriale, è possibile trasformare un momento di crisi in un’opportunità per garantire un futuro più sereno per tutti i membri della famiglia.
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Avv. Francesco Frezza
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