Vuoi sapere se le chat WhatsApp sul device del tuo coniuge possano essere usate in tribunale come prova del tradimento?
Questo è l’articolo che fa per te.
Già nel precedente articolo abbiamo affrontato il tema dell’addebito della separazione in seguito alla scoperta di un tradimento, toccando punti molti importanti della questione e sperando di aver chiarito molti dei vostri dubbi.
Oggi affronteremo un altro tema dello stesso ambito. Quale?
IL TRADIMENTO E LE CHAT WHATSAPP.
Prima di addentrarci nell’articolo è importante fare una distinzione fondamentale: le chat WhatsApp possono essere considerate solo come prova del tradimento (avvenuto poi in altro momento) oppure proprio le chat possono sfociare in addebito della separazione anche se il tradimento non si è consumato?
Andremo ad analizzare entrambi i casi.
Se tu che leggi ti trovi in una di queste due situazioni allora presta attenzione per saperne di più.
Caso 1. CHAT WHATSAPP COME PROVA DEL TRADIMENTO
Il tradimento può essere provato avvalendosi di WhatsApp?
La risposta alla domanda è positiva e le chat WhatsApp possono provare l’infedeltà del coniuge, con la conseguente responsabilità in termini di responsabilità della separazione verso il coniuge che ha tradito.
Di solito la responsabilità della separazione coniugale viene pronunciata nei confronti di chi si è reso responsabile dell’infedeltà a condizione che da questo tradimento sia derivata l’impossibilità della prosecuzione della convivenza. Tuttavia, la rottura tra i coniugi potrebbe essere nata per altri motivi che non dipendono dal tradimento, che in questo caso è solo una conseguenza e non la causa del fallimento del matrimonio.
Ma nel caso in cui ci sia stato un tradimento e la prova può essere resa grazie a delle chat WhatsApp sorge spontanea una domanda: In che modo si utilizzano le chat di WhatsApp nella causa di separazione?
Per il coniuge che si accorge di essere stato tradito, non è difficile inserire nella causa di separazione le chat di WhatsApp che dimostrano l’infedeltà dell’altro, facendole valere come prova.
Attenzione: le conversazioni di WhatsApp possono essere considerate prove valide di tradimento, a condizione che siano utilizzate esclusivamente per far valere un diritto in sede giudiziaria (in tribunale), come appunto l’addebito della separazione. In questi casi, non c’è violazione della privacy se la prova viene acquisita nell’ambito di indagini difensive, cioè per far valere un proprio diritto in processo.
Sarà sufficiente, quindi, produrle in giudizio, con gli screenshot oppure estrapolando il contenuto dell’archivio informatico su un supporto esterno, o con la trascrizione delle conversazioni.
A questo punto dovrà essere l’altro coniuge a neutralizzare l’efficacia di prova di questi documenti contestandoli e disconoscendone il contenuto, ma per contestare il contenuto delle chat WhatsApp a suo sfavore (vale a dire che provano il tradimento) il coniuge deve avere delle prove a sua discolpa precise e specifiche.
Ma se abbiamo la certezza che il nostro coniuge ci tradisce come possiamo “ottenere” le conversazioni WhatsApp che provano il tradimento in modo lecito?
Quando si utilizzano conversazioni WhatsApp o altre forme di comunicazione digitale come prove di infedeltà è importante essere consapevoli di alcune precauzioni. Prima di tutto, è fondamentale acquisire il cellulare altrui in modo non violento: strappare lo smartphone dalle mani altrui integra il reato di rapina. (art 628 c.p.)
In secondo luogo non bisogna mai accedere alle chat altrui con mezzi illegali come software spia. L’impiego di questi ultimi integra il reato di accesso abusivo a sistema informatico. È quindi necessario impossessarsi del device (telefono, computer, tablet) altrui in modo pacifico, come nel caso in cui il proprietario lo abbia lasciato incustodito.
Le chat WhatsApp sono le uniche prove utilizzare nel contesto della separazione giudiziale?
Assolutamente no. Infatti le chat WhatsApp non sono le uniche prove di cui si può avvalere il giudice nel contesto della separazione coniugale. Il giudice può anche avvalersi di:
- dichiarazioni di testimoni;
- fotografie di episodi di tradimento;
- video con incontri privati;
- registrazioni audio di conversazioni o di ammissioni di responsabilità;
- testimonianze di eventuali detective privati (tema che sarà trattato nel prossimo articolo).
Sei arrivato fino a questo punto ma le informazioni che ti abbiamo dato non riguardano la tua situazione? Continua a leggere, molto probabilmente rientri nella seconda ipotesi che abbiamo prospettato ad inizio articolo.
CASO 2. UNA CHAT WHATSAPP PUÒ ESSERE CAUSA DI RESPONSABILITÀ DELLA SEPARAZIONE ANCHE SE IL TRADIMENTO NON SI È CONSUMATO?
Ebbene pare proprio che sia così, è stato il Tribunale Civile di Macerata a stabilire che è sufficiente che una relazione, anche non fisica, intrattenuta tramite WhatsApp o qualsiasi altra forma di messaggistica istantanea, può essere causa sufficiente per l’addebito della separazione se questa offende la dignità e l’onore dell’altro coniuge.
Ciò che conta, ai fini della responsabilità, non è l’esistenza di una relazione fisica e carnale ma rompere il rapporto di fiducia con il proprio coniuge. È questo che fa scattare l’addebito(responsabilità). Quindi, anche se, in presenza di una relazione virtuale non si può parlare – in termini stretti – di tradimento, tale condotta implica comunque la responsabilità.
La Corte di Cassazione ha colto anche l’occasione per confermare che il tradimento può essere anche solo virtuale, non essendo essenziale che si realizzi il tradimento carnale tra due soggetti non uniti in matrimonio. I sospetti di infedeltà, insieme ad un comportamento equivoco del coniuge e ad un rapporto segreto e diverso da quello di amicizia, può giustificare la dichiarazione di responsabilità in caso di separazione.
Come si dimostra un tradimento “virtuale”?
Dimostrare una relazione via internet non è per niente facile, in primo luogo perché la conversazione non deve essere semplicemente amichevole, e ci sono poi le ragioni legate al rischio di violazione della privacy del coniuge, seppur traditore.
Il tradimento che si consuma tramite social network o app di incontro può essere equiparato ad un tradimento reale e consumato quando esso rappresenta la causa della crisi matrimoniale, ovvero abbia contribuito a compromettere la fiducia tipica tra i coniugi provocandone la separazione.
Flirtare in chat può costare caro, anche le scappatelle virtuali potranno giustificare l’addebito in una separazione, perché per tradire basta il pensiero, vale a dire il coinvolgimento psicologico che porta poi alla rottura definitiva di una relazione matrimoniale. Infedele è anche chi chatta online.
I punti più importanti di questo argomento sono stati affrontati, ma TU che hai letto fin qui, sicuramente meriti maggiori risposte rispetto al tuo caso. Se hai bisogno di assistenza e consulenza nel diritto di famiglia contattaci via email o via WhatsApp. Di seguito troverai tutti i recapiti di cui hai bisogno.
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