𝐁𝐚𝐬𝐭𝐚! 𝐍𝐨𝐧 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐞𝐱 𝐦𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨! 𝐕𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐞𝐱 𝐦𝐚𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞! 𝐒𝐢 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐟𝐚𝐫𝐞? 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐞?

𝐂’𝐞̀ 𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐚̀ 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐢𝐩𝐞𝐧𝐝𝐢𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐞 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐞 𝐚𝐝 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐦𝐞𝐬𝐞, 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐢𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚.

𝐂𝐡𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐞 𝐡𝐚 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐫𝐞𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞.

𝐂𝐡𝐢 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐫𝐞.

𝐂𝐡𝐢 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐥𝐚𝐭𝐭𝐢𝐚 𝐡𝐚 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢.

𝐈𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐞𝐫𝐨̀ 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢.

𝐏𝐮𝐫𝐭𝐫𝐨𝐩𝐩𝐨, 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐩𝐩𝐢𝐞 𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐬𝐢 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐢.

𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐢𝐞𝐠𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐠𝐢𝐫𝐞, 𝐝𝐞𝐯𝐢 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐞̀ 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚 𝐥’𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨.

L’assegno di mantenimento, in sede di separazione dei coniugi, consiste nel versamento periodico di una somma di denaro al coniuge economicamente più debole o agli eventuali figli nati dal matrimonio. Esso è deciso in sede di separazione.

𝐓𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐫𝐚𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́, 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐮𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐜𝐢𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐫𝐬𝐢, 𝐝𝐞𝐛𝐛𝐚𝐧𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐭𝐢𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐨𝐛𝐛𝐥𝐢𝐠𝐨 (𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐞𝐧𝐬𝐢𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐦𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐧𝐚𝐫𝐨)?

L’obbligo di sborsare ogni mese una cifra (molte volte la metà dello stipendio) discende dall’obbligo di assistenza materiale nascente dal matrimonio.

Quando un matrimonio entra in crisi è sempre problematico e l’obbligo di assistenza materiale te lo ricorda ogni volta, ogni mese, quando devi bonificare la somma, perché non si estingue con la separazione non si sospende in corso di separazione e non viene meno neppure con la separazione, ma, anzi, si concretizza appunto nell’assegno di mantenimento che si verifica quando sussistono determinate condizioni.

𝐒𝐞 𝐭𝐮 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐢 𝐬𝐞𝐢 𝐥’𝐞𝐱 𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐫𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐬𝐞𝐩𝐚𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐦𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 .

Prima di procedere, però devi sapere che esistono due tipi di mantenimento, ovviamente, l’uno non esclude l’altro.

Possiamo distinguere:

1. l’assegno di mantenimento a favore del coniuge più debole.

2. l’assegno di mantenimento a favore dei figli minorenni o maggiorenni ma non economicamente autosufficienti.

Nel primo caso, si parla di un tipo di contributo economico dovuto dal coniuge economicamente più forte al coniuge economicamente più debole, al fine di consentirgli di conservare il precedente tenore di vita, anche se su questo punto in particolare la più recente giurisprudenza sta registrando un “cambio di rotta”.

Nel secondo caso, si parla di un obbligo economico al quale ciascun genitore è tenuto in misura proporzionale al proprio reddito.

𝐒𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐚𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚 𝐪𝐮𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚, 𝐯𝐮𝐨𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐢𝐨̀ 𝐞𝐜𝐜𝐨𝐭𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚.

L’assegno di mantenimento, una volta quantificato, non rimare fermo e statico nel tempo, ma può essere rivalutato e, nel caso, revisionato.

Innanzitutto, l’assegno di mantenimento va ricalcolato annualmente in base agli indici Istat.

Inoltre, esso può essere modificato, in qualunque momento dovessero sopraggiungere “fatti nuovi sopravvenuti” o cambiamenti tali da non poter essere ignorati.

Si può chiedere, dunque, una revisione dell’importo se ci sono giustificati motivi oppure si registrano nuove condizioni economiche.

𝐈 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨:

• 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞;

• 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐢𝐮𝐠𝐢 (𝐢𝐧 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨 𝐮𝐧 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐞𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐚𝐝 𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨 𝐮𝐧 𝐥𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨);

• 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐢𝐯𝐞𝐧𝐳𝐚.

La revisione dell’assegno di mantenimento non è però automatica.

La modifica può avvenire:

1) tramite procedura ex art. 710 c.p.c. in Tribunale (non puoi farlo da solo ma hai bisogno di un avvocato di fiducia, uno che sappia ascoltare e cogliere le tue esigenze).

Il Giudice, sentite le parti, provvede all’eventuale ammissione di mezzi istruttori e dispone con sentenza l’aumento o la diminuzione del quantum dell’assegno dovuto.

Ovviamente, una richiesta di modifica dell’importo può anche non essere accolta dal Giudice se ritiene che i motivi non sono giustificati. In tal caso continueranno a far fede quelli che sono gli obblighi originariamente previsti.

𝑷𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒎𝒊 𝒇𝒆𝒓𝒎𝒐 𝒒𝒖𝒊, 𝒍’𝒂𝒓𝒈𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒆̀ 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒐 𝒗𝒂𝒔𝒕𝒐 𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒊 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒂𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐, 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆, 𝑻𝑼 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒗𝒓𝒂𝒊 𝒂𝒗𝒖𝒕𝒐 𝒍’𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒆𝒔𝒔𝒆 𝒅𝒊 𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂 𝒒𝒖𝒊, 𝒗𝒐𝒓𝒓𝒆𝒔𝒕𝒊 𝒎𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓𝒊 𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒄𝒂𝒔𝒐.