SEPARAZIONE CON FIGLI MINORENNI: DIECI COSE DA NON FARE

Ti stai separando con il tuo coniuge e ci sono dei figli minorenni? Vorresti dei consigli per evitare di commettere errori?

La sepa­ra­zio­ne di una cop­pia è un tema che va affron­ta­to con mol­ta cal­ma. Quan­do ci sono mino­ri di mez­zo, la situa­zio­ne diven­ta anco­ra più deli­ca­ta. Per que­sto moti­vo è fon­da­men­ta­le affron­ta­re la situa­zio­ne con matu­ri­tà, respon­sa­bi­li­tà ed empa­tia, evi­tan­do com­por­ta­men­ti che potreb­be­ro com­pro­met­ter­ne il benes­se­re emo­ti­vo.

Quan­do una cop­pia si sepa­ra, i figli vivo­no perio­di di stress più o meno lun­ghi, momen­ti di rab­bia per quan­to è acca­du­to, sen­ti­men­ti di tri­stez­za per la per­di­ta dell’unità fami­lia­re, pre­oc­cu­pa­zio­ne per i cam­bia­men­ti nei rap­por­ti e nel­le abi­tu­di­ni quo­ti­dia­ne, sovrac­ca­ri­chi per i pro­ble­mi del­la sepa­ra­zio­ne e i con­flit­ti vis­su­ti a casa.

Soli­ta­men­te, la sepa­ra­zio­ne è pre­ce­du­ta da una fase più o meno lun­ga in cui la cri­si di cop­pia non è espli­ci­ta­ta, ma è comun­que vis­su­tanelquo­ti­dia­no: liti­gi, ten­sio­ni, silen­zi, atteg­gia­men­ti diver­si degli adul­ti nei loro con­fron­ti, vol­ti che appa­io­no più spes­so tri­sti o arrab­bia­ti, delu­si o ansio­si.

In que­sta fase, i più pic­co­li non rie­sco­no a rap­pre­sen­tar­si, a dare signi­fi­ca­to, a com­pren­de­re ciò che acca­de intor­no a loro; i più gran­di si pon­go­no doman­de a riguar­do, spes­so tenen­do­se­le per sé. Tut­ti i bam­bi­ni e le bam­bi­ne, indi­pen­den­te­men­te dall’età, pos­so­no vive­re sen­ti­men­ti di incer­tez­zacon­fu­sio­neango­scia. È impor­tan­te riu­sci­re a gesti­re i sen­ti­men­ti dei bam­bi­ni duran­te la sepa­ra­zio­ne.

Come si racconta ai figli della separazione?

Tro­va­re le paro­le per rac­con­ta­re ai figli cosa acca­de non è sem­pli­ce, soprat­tut­to quan­do la deci­sio­ne di sepa­rar­si non è defi­ni­ti­va e i geni­to­ri stes­si si sen­to­no diso­rien­ta­ti non sapen­do cosa fare. Allo­ra, rita­gliar­si un momen­to per rac­con­ta­re ai figli che anche ai gran­di capi­ta di liti­ga­re come ai pic­co­li, solo che per i gran­di a vol­te è più dif­fi­ci­le fare pace” può esse­re un modo sem­pli­ce per aiu­ta­re i bam­bi­ni a com­pren­de­re quan­to sta acca­den­do, a sen­tir­si meno ango­scia­ti, ad avvi­ci­nar­si pian pia­no alla real­tà del­la sepa­ra­zio­ne sen­za sen­tir­si coin­vol­ti impro­pria­men­te in aspet­ti che non li riguar­da­no.

Ades­so ana­liz­ze­re­mo 10 erro­ri da evi­ta­re duran­te una sepa­ra­zio­ne con figli mino­ren­ni, per tute­la­re il loro equi­li­brio psi­co­lo­gi­co e favo­ri­re un cli­ma il più sere­no pos­si­bi­le. Dal­le liti davan­ti ai bam­bi­ni alla stru­men­ta­liz­za­zio­ne emo­ti­va, fino alla comu­ni­ca­zio­ne ina­de­gua­ta, sco­pri­re­mo insie­me come gesti­re al meglio que­sta fase deli­ca­ta, met­ten­do al pri­mo posto il loro inte­res­se e la loro sere­ni­tà.

1. Litigare davanti ai figli

I bam­bi­ni non dovreb­be­ro mai esse­re testi­mo­ni di liti­gi tra i geni­to­ri. Assi­ste­re a scon­tri ver­ba­li o, peg­gio anco­ra, a epi­so­di di aggres­si­vi­tà, può ave­re effet­ti nega­ti­vi sul loro equi­li­brio emo­ti­vo. Se c’è qual­co­sa da discu­te­re, fate­lo in pri­va­to e con toni paca­ti.

2. Coinvolgere i figli nei conflitti

Mai met­te­re i figli nel­la posi­zio­ne di dover sce­glie­re tra mam­ma e papà. Fra­si come “Dim­mi chi pre­fe­ri­sci” o “Dì a tuo padre/​madre che…” li pon­go­no in una situa­zio­ne di stress e sen­so di col­pa. I bam­bi­ni devo­no sen­tir­si libe­ri di ama­re entram­bi i geni­to­ri sen­za con­di­zio­na­men­ti.

3. Parlare male dell’altro genitore

Deni­gra­re l’altro geni­to­re davan­ti ai figli crea solo con­fu­sio­ne e sof­fe­ren­za. I bam­bi­ni han­no biso­gno di man­te­ne­re una buo­na imma­gi­ne di entram­bi i geni­to­ri per cre­sce­re con sere­ni­tà.

4. Usare i figli come messaggeri

Non fate mai pas­sa­re comu­ni­ca­zio­ni impor­tan­ti attra­ver­so i bam­bi­ni. Le que­stio­ni tra adul­ti devo­no esse­re affron­ta­te diret­ta­men­te, sen­za met­te­re i figli in mez­zo.

5. Cambiare drasticamente la loro routine

La sta­bi­li­tà è fon­da­men­ta­le per i bam­bi­ni. Anche se la sepa­ra­zio­ne com­por­ta ine­vi­ta­bi­li cam­bia­men­ti, cer­ca­te di man­te­ne­re il più pos­si­bi­le la loro rou­ti­ne quo­ti­dia­na, dal­la scuo­la alle atti­vi­tà extra­sco­la­sti­che.

6. Non rispettare gli accordi di visita e mantenimento

La coe­ren­za e l’affidabilità dei geni­to­ri sono essen­zia­li per il benes­se­re dei figli. Se si pren­do­no accor­di su visi­te e con­tri­bu­ti eco­no­mi­ci, van­no rispet­ta­ti. I bam­bi­ni han­no biso­gno di sen­tir­si sicu­ri e sape­re che entram­bi i geni­to­ri sono pre­sen­ti e respon­sa­bi­li.

7. Mostrare indifferenza ai loro sentimenti

I figli pos­so­no pro­va­re tri­stez­za, rab­bia, sen­so di col­pa o pau­ra duran­te la sepa­ra­zio­ne. Igno­ra­re que­sti sen­ti­men­ti o mini­miz­zar­li non è d’aiuto. È impor­tan­te ascol­tar­li, ras­si­cu­rar­li e far capi­re loro che è nor­ma­le pro­va­re cer­te emo­zio­ni.

8. Impedire al figlio di vedere l’altro genitore

Se non ci sono moti­vi gra­vi (come abu­si o peri­co­li rea­li), impe­di­re al figlio di vede­re l’altro geni­to­re è dan­no­so per il suo svi­lup­po emo­ti­vo. I bam­bi­ni han­no dirit­to a man­te­ne­re un rap­por­to con entram­bi.

9. Introdurre nuovi partner troppo presto

Dopo una sepa­ra­zio­ne, è natu­ra­le che uno o entram­bi i geni­to­ri pos­sa­no rifar­si una vita. Tut­ta­via, pre­sen­ta­re subi­to un nuo­vo part­ner ai figli potreb­be esse­re desta­bi­liz­zan­te. È impor­tan­te rispet­ta­re i loro tem­pi e il loro biso­gno di adat­tar­si ai cam­bia­men­ti.

10. Pensare che i bambini si abitueranno da soli

Ogni bam­bi­no rea­gi­sce alla sepa­ra­zio­ne in modo diver­so. Alcu­ni pos­so­no sem­bra­re tran­quil­li, ma den­tro di sé pro­va­no emo­zio­ni con­tra­stan­ti. Non biso­gna mai dare per scon­ta­to che “sem­bra sta­re bene” signi­fi­chi che abbia supe­ra­to tut­to sen­za dif­fi­col­tà. Offri­re sup­por­to emo­ti­vo, dia­lo­go aper­to e, se neces­sa­rio, l’aiuto di un esper­to può fare la dif­fe­ren­za.

In cosa può sfociare il conflitto tra genitori?

Le sof­fe­ren­ze più gran­di per i figli arri­va­no quan­do il con­flit­to è così ele­va­to che i geni­to­ri li coin­vol­go­no impro­pria­men­te all’interno del­le loro dia­tri­be, ad esem­pio con fra­si e com­por­ta­men­ti espli­ci­ti vol­ti a deni­gra­re e col­pe­vo­liz­za­re l’altro geni­to­re davan­ti ai figli e a coa­liz­zar­li con­tro di lui; oppu­re con mes­sag­gi indi­ret­ti che sot­to­li­nea­no la feri­ta che l’altro geni­to­re avreb­be pro­vo­ca­to al part­ner, alla fami­glia, ai figli o la sua mino­re dispo­ni­bi­li­tà o capa­ci­tà di occu­par­si dei figli e di rela­zio­nar­si con loro.

Sta­re in mez­zo al con­flit­to tra la mam­ma e il papà è trop­po gra­vo­so psi­co­lo­gi­ca­men­te per i figli. I bam­bi­ni voglio­no bene a entram­bi i geni­to­ri e han­no svi­lup­pa­to un lega­me signi­fi­ca­ti­vo con cia­scu­no. Sta­re in mez­zo ai loro con­ti­nui liti­gi e agli attac­chi reci­pro­ci, per i bam­bi­ni signi­fi­ca vive­re un con­flit­to di leal­tà, per cui quan­do dan­no ragio­ne alla mam­ma si sen­to­no slea­li ver­so il papà e quan­do dan­no ragio­ne al papà si sen­to­no slea­li ver­so la mam­ma, finen­do per il sen­tir­si in col­pa qua­lun­que cosa dica­no e a non poter­si sen­ti­re vici­ni in modo auten­ti­co a nes­su­no dei due geni­to­ri. 

Alla luce di questo ultimo aspetto, allora come possono i genitori aiutare i bambini a gestire i sentimenti legati alla separazione e non farli ulteriormente soffrire?

Il pri­mo pas­so che cia­scun geni­to­re può fare per non far sof­fri­re i figli è un pas­so ver­so sé stes­so: fer­mar­si in mez­zo alla tem­pe­sta, cer­ca­re un ripa­ro lon­ta­no dal­le ten­sio­ni, crea­re uno spa­zio di ascol­to den­tro di sé che sia libe­ro dal con­flit­to, in cui la pro­pria fati­ca e quel­la dei figli pos­sa­no tro­va­re acco­glien­za. 

Un dia­lo­go con un’amica o un ami­co, un momen­to di rifles­sio­ne per­so­na­le, la let­tu­ra di un arti­co­lo spe­ci­fi­co, uno spa­zio d’incontro con un pro­fes­sio­ni­sta spe­cia­liz­za­to. In que­sta sosta, sarà pos­si­bi­le sin­to­niz­zar­si mag­gior­men­te con i vis­su­ti e i biso­gni dei figli duran­te la sepa­ra­zio­ne.

Que­sta sosta pre­li­mi­na­re può aiu­ta­re cia­scun geni­to­re ad avan­za­re ver­so il secon­do pas­so, cioè il dia­lo­go con l’altro geni­to­re riguar­do i vis­su­ti e biso­gni dei pro­pri bam­bi­ni.

Que­sto dia­lo­go potrà inclu­de­re un accor­do su come par­la­re del­la sepa­ra­zio­ne ai bam­bi­ni, tenen­do con­to del­le loro uni­ci­tà. Quan­do pos­si­bi­le, è uti­le che i geni­to­ri comu­ni­chi­no la sepa­ra­zio­ne insie­me, in un momen­to dedi­ca­to libe­ro dal­le incom­ben­ze del quo­ti­dia­no, in un luo­go comu­ne e tran­quil­lo del­la casa (non nel­la stan­zet­ta dei bam­bi­ni, per sal­va­guar­da­re que­sto loro spa­zio da ricor­di tri­sti e fati­co­si), con una atten­zio­ne con­giun­ta ver­so le esi­gen­ze fon­da­men­ta­li dei bam­bi­ni­che vivo­no la sepa­ra­zio­ne di mam­ma e papà.

Nel dia­lo­go geni­to­ri-figli, i geni­to­ri che avran­no in men­te que­ste esi­gen­ze potran­no tro­va­re più facil­men­te le pro­prie paro­le per dire anche ciò che è dif­fi­ci­le e dolo­ro­so, per sta­re accan­to ai figli in un perio­do mol­to stres­san­te e dolo­ro­so. In que­sto modo, i figli sen­ti­ran­no la sin­to­niz­za­zio­ne affet­ti­va di mam­ma e papà, il prin­ci­pa­le aiu­to per attra­ver­sa­re la tra­sfor­ma­zio­ne del­la fami­glia.

CONCLUSIONI

Affron­ta­re una sepa­ra­zio­ne con figli mino­ren­ni è una sfi­da com­ples­sa che richie­de sen­si­bi­li­tà, matu­ri­tà e rispet­to reci­pro­co. I geni­to­ri devo­no sem­pre met­te­re al pri­mo posto il benes­se­re dei figli, evi­tan­do con­flit­ti inu­ti­li e for­nen­do loro il soste­gno neces­sa­rio per affron­ta­re il cam­bia­men­to con sere­ni­tà.

La comu­ni­ca­zio­ne aper­ta e rispet­to­sa tra gli ex coniu­gi è essen­zia­le per garan­ti­re una co-geni­to­ria­li­tà effi­ca­ce e armo­nio­sa. Rispet­ta­re gli accor­di, man­te­ne­re una rou­ti­ne sta­bi­le e crea­re un ambien­te pri­vo di ten­sio­ni aiu­ta i bam­bi­ni a sen­tir­si sicu­ri e ama­ti.

Se la situa­zio­ne diven­ta par­ti­co­lar­men­te dif­fi­ci­le, non biso­gna esi­ta­re a cer­ca­re il sup­por­to di un pro­fes­sio­ni­sta, come uno psi­co­lo­go infan­ti­le o un media­to­re fami­lia­re. Un aiu­to ester­no può faci­li­ta­re la gestio­ne del­la sepa­ra­zio­ne e garan­ti­re che i figli abbia­no tut­ti gli stru­men­ti neces­sa­ri per affron­ta­re la nuo­va real­tà fami­lia­re nel modo più posi­ti­vo pos­si­bi­le.

Ricor­dia­mo sem­pre che una sepa­ra­zio­ne può esse­re vis­su­ta con equi­li­brio e digni­tà, per­met­ten­do ai figli di cre­sce­re in un ambien­te sere­no e affet­tuo­so, nono­stan­te il cam­bia­men­to del­la strut­tu­ra fami­lia­re.

I pun­ti più impor­tan­ti di que­sto argo­men­to sono sta­ti affron­ta­ti, ma TU che hai let­to fin qui, sicu­ra­men­te meri­ti mag­gio­ri rispo­ste rispet­to al tuo caso. Se hai biso­gno di assi­sten­za e con­su­len­za nel dirit­to di fami­glia con­tat­ta­ci via e‑mail o via Wha­tsApp. Di segui­to tro­ve­rai tut­ti i reca­pi­ti di cui hai biso­gno. 

Avv. Fran­ce­sco Frez­za

Via Ambra, 481038 Tren­to­la Ducen­ta (Caser­ta)

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