FREQUENTAZIONE DEI FIGLI CON IL NUOVO PARTNER

Cosa accade quando uno dei due genitori intraprende una relazione con un nuovo partner e come poter tutelare il figlio?

Quan­do una nuo­va rela­zio­ne amo­ro­sa entra nel­la vita di una per­so­na che ha già figli, si crea un com­ples­so intrec­cio di emo­zio­ni, aspet­ta­ti­ve e dina­mi­che fami­lia­ri. L’a­dat­ta­men­to di bam­bi­ni e ado­le­scen­ti alla pre­sen­za di un nuo­vo part­ner del geni­to­re può esse­re una fase deli­ca­ta che richie­de pazien­za, com­pren­sio­ne e una comu­ni­ca­zio­ne aper­ta.

Che tipi di rap­por­to si pos­so­no instau­ra­re tra figli e nuo­vo part­ner?

I bam­bi­ni spes­so vedo­no il nuo­vo part­ner come un intru­so che minac­cia la sta­bi­li­tà del­la fami­glia. Que­sto può deri­va­re dal­la pau­ra di per­de­re l’af­fet­to del geni­to­re o dal­la leal­tà ver­so il geni­to­re bio­lo­gi­co non più pre­sen­te, anche l’at­ten­zio­ne del geni­to­re ver­so il nuo­vo part­ner può gene­ra­re sen­ti­men­ti di gelo­sia nei figli. Pos­so­no sen­tir­si mes­si da par­te e lot­ta­re per man­te­ne­re il loro posto cen­tra­le nel­la vita del geni­to­re. Se la sepa­ra­zio­ne o il divor­zio sono recen­ti, i figli pos­so­no sen­tir­si in con­flit­to di leal­tà, per­ce­pen­do l’ac­cet­ta­zio­ne del nuo­vo part­ner come un tra­di­men­to nei con­fron­ti del geni­to­re assen­te.

Pro­prio per evi­ta­re quan­to scrit­to nel­le righe pre­ce­den­ti, spes­se vol­te, è uti­le fare ricor­so alle “Stra­te­gie di Adat­ta­men­to”, ma cosa sono que­ste Stra­te­gie? Capia­mo­lo insie­me

In pri­mis è fon­da­men­ta­le intro­dur­re il nuo­vo part­ner ai figli in modo gra­dua­le. Que­sto per­met­te ai bam­bi­ni di abi­tuar­si alla nuo­va pre­sen­za sen­za sen­tir­si sopraf­fat­ti. Pia­ni­fi­ca­re incon­tri in situa­zio­ni neu­tre e posi­ti­ve può faci­li­ta­re la tran­si­zio­ne e pro­prio per­ché ogni bam­bi­no ha il pro­prio rit­mo di adat­ta­men­to è impor­tan­te rispet­ta­re i loro tem­pi e non for­zar­li a instau­ra­re una rela­zio­ne con il nuo­vo part­ner. La pazien­za e la com­pren­sio­ne sono cru­cia­li in que­sta fase al fine di crea­re un ambien­te in cui i figli si sen­ta­no libe­ri di espri­me­re i loro sen­ti­men­ti. Ascol­tar­li atti­va­men­te, rispon­de­re alle loro doman­de e ras­si­cu­rar­li sui cam­bia­men­ti in cor­so può ridur­re ansie e pau­re. Il nuo­vo part­ner dovreb­be esse­re coin­vol­to pro­gres­si­va­men­te nel­le atti­vi­tà fami­lia­ri, dimo­stran­do inte­res­se genui­no per i figli e rispet­tan­do i loro spa­zi e inte­res­si. Può esse­re uti­le tro­va­re atti­vi­tà comu­ni per costrui­re lega­mi posi­ti­vi, anche per­ché nono­stan­te la pre­sen­za del nuo­vo part­ner, è impor­tan­te man­te­ne­re rou­ti­ne e tra­di­zio­ni fami­lia­ri che dia­no ai bam­bi­ni un sen­so di con­ti­nui­tà e sta­bi­li­tà, que­sto li aiu­ta a sen­tir­si sicu­ri e ama­ti.

Natu­ral­men­te, dal pun­to di vista geni­to­ria­le, ogni caso assu­me rile­van­za a sé, posto che per tute­la­re la sen­si­bi­li­tà del mino­re sareb­be oppor­tu­no che la pre­sen­ta­zio­ne avve­nis­se secon­do del­le tem­pi­sti­che che per­met­ta­no ai figli di meta­bo­liz­za­re la sepa­ra­zio­ne.

Dal pun­to di vista giu­ri­di­co, la leg­ge nul­la sta­bi­li­sce sul pun­to, non essen­do pre­vi­sto nes­sun divie­to per il geni­to­re di pre­sen­ta­re il nuo­vo part­ner ai figli. Tut­ta­via sap­pia­mo che tut­ta la nor­ma­ti­va è impron­ta­ta all’assunzione di deci­sio­ni che non pre­giu­di­chi­no l’interesse dei mino­ri.

Cosa suc­ce­de se il geni­to­re si oppo­ne alla fre­quen­ta­zio­ne del figlio con il nuo­vo part­ner?

Non è inu­sua­le che il geni­to­re col­lo­ca­ta­rio si oppon­ga alla fre­quen­ta­zio­ne del figlio da par­te del nuo­vo com­pa­gno del geni­to­re non col­lo­ca­ta­rio. Non è tut­ta­via suf­fi­cien­te il mero dis­sen­so del geni­to­re alla fre­quen­ta­zio­ne. Infat­ti, per impe­di­re la fre­quen­ta­zio­ne da par­te del nuo­vo part­ner occor­re­rà che il geni­to­re oppo­nen­te indi­chi le ragio­ni che potreb­be­ro far emer­ge­re un pre­giu­di­zio o un rischio a cari­co del mino­re.

Ciò anche quan­do i due non sia­no uni­ti in matri­mo­nio ma sia­no mera­men­te con­vi­ven­ti.

Il part­ner con­vi­ven­te del geni­to­re non può infat­ti con­si­de­rar­si né estra­neo, né allon­ta­na­bi­le dal­la casa del geni­to­re, poi­ché tale for­ma­zio­ne socia­le rien­tra nel­la nozio­ne di fami­glia di fat­to, che l’art. 2 del­la Costi­tu­zio­ne tute­la in quan­to sede di svol­gi­men­to del­la per­so­na­li­tà indi­vi­dua­le. Il Giu­di­ce, quin­di, non può dispor­re l’allontanamento del part­ner con­vi­ven­te; quel­lo che può fare inve­ce, è modi­fi­ca­re le con­di­zio­ni dell’affidamento a favo­re dell’uno o dell’altro geni­to­re, ma solo lad­do­ve vi sia­no del­le neces­si­tà vol­te a scon­giu­ra­re il rischio di un pre­giu­di­zio per la pro­le.

Altro dato impor­tan­te da con­si­de­ra­re è il las­so di tem­po tra­scor­so tra la sepa­ra­zio­ne e/​o il divor­zio e quel­lo del momen­to in cui la fre­quen­ta­zio­ne con il nuo­vo part­ner si inse­ri­sce, non­ché del livel­lo di con­so­li­da­men­to del­la nuo­va rela­zio­ne.

Impe­di­re la fre­quen­ta­zio­ne del figlio con il part­ner dell’altro geni­to­re potreb­be esse­re dovu­to anche a ragio­ni pret­ta­men­te mate­ria­li: la casa per esem­pio.

Vi potreb­be esse­re il timo­re che il part­ner dell’altro pos­sa impos­ses­sar­si del­la casa, tra­sfe­ren­do­vi­si a vive­re.
Se que­sto doves­se suc­ce­de­re potreb­be­ro aver­si, in effet­ti, due con­se­guen­ze nega­ti­ve:

  • pri­ma di tut­to, l’intensificarsi del lega­me tra il mino­re e il ter­zo;
  • inol­tre, il geni­to­re ‘estro­mes­so’ dal­la casa fami­lia­re, pur essen­do­ne pro­prie­ta­rio o com­pro­prie­ta­rio, subi­reb­be la bef­fa di vede­re che un estra­neo la abi­ta e ne usu­frui­sce, pur non aven­do­vi dirit­to e, oltre­tut­to, a tito­lo gra­tui­to.

Ma cosa sta­bi­li­sce la leg­ge al riguar­do la fre­quen­ta­zio­ne con il nuo­vo part­ner?


In real­tà, la leg­ge non dice se i figli mino­ri del­la cop­pia pos­sa­no fre­quen­ta­re il part­ner del geni­to­re; e il silen­zio si spie­ga con il fat­to che, oggi­gior­no, è nor­ma­le che sciol­ta una cop­pia se ne for­mi un’altra e che anche i figli ven­ga­no coin­vol­ti. Que­sto è ine­vi­ta­bi­le.
La sola rego­la che tro­via­mo nel­la leg­ge è quel­la det­ta­ta dall’art. 337 sexies del codi­ce civi­le. Essa sta­bi­li­sce che il geni­to­re asse­gna­ta­rio per­da il dirit­to di abi­ta­re nel­la casa fami­lia­re qua­lo­ra pas­si a nuo­ve noz­ze o vi con­vi­va more uxo­rio (con­vi­ven­ti di fat­to)con unter­zo; sem­pre che, ovvia­men­te, si trat­ti di casa appar­te­nen­te in pro­prie­tà o in com­pro­prie­tà all’altro geni­to­re.

Dun­que, non ci sono nor­me di leg­ge cui attac­car­si per impe­di­re quel­la fre­quen­ta­zio­ne.

Si può, tut­ta­via, cer­ca­re di rag­giun­ge­re un’intesa (o anche inse­ri­re una clau­so­la) con il pro­prio ex, in modo da sta­bi­li­re, nero su bian­co, che i rap­por­ti tra il ter­zo e il figlio mino­re deb­ba­no esse­re sta­bi­li­ti gra­dual­men­te.
Atten­zio­ne, però: que­sta rego­la impe­gna il geni­to­re sul pia­no personale/​morale, ma non dà vita ad un obbli­go giu­ri­di­co, che cioè pos­sa esse­re fat­to vale­re coat­ti­va­men­te nel caso di man­ca­ta osser­van­za spon­ta­nea.

Per il resto, ricor­dia­mo che il giu­di­ce potreb­be limi­ta­re la pos­si­bi­li­tà di incon­tro tra il mino­re e il part­ner del geni­to­re nel­la sola ipo­te­si in cui risul­tas­se che il part­ner è per­so­na non rac­co­man­da­bi­le, maga­ri per­ché reso­si auto­re di com­por­ta­men­ti ille­ci­ti o nega­ti­vi per il mino­re.

Pos­sia­mo quin­di affer­ma­re che il rap­por­to tra figli e nuo­vo part­ner richie­de tem­po, pazien­za e dedi­zio­ne. Ogni fami­glia è uni­ca e affron­te­rà il pro­ces­so di adat­ta­men­to in modi diver­si. Tut­ta­via, con una comu­ni­ca­zio­ne aper­ta, rispet­to reci­pro­co e un approc­cio gra­dua­le, è pos­si­bi­le costrui­re una rela­zio­ne armo­nio­sa che arric­chi­sca la vita di tut­ti i mem­bri del­la fami­glia. L’o­biet­ti­vo è crea­re un ambien­te fami­lia­re in cui ogni indi­vi­duo si sen­ta ama­to, rispet­ta­to e com­pre­so, pro­muo­ven­do la cre­sci­ta per­so­na­le e rela­zio­na­le di tut­ti.

I pun­ti più impor­tan­ti di que­sto argo­men­to sono sta­ti affron­ta­ti, ma TU che hai let­to fin qui, sicu­ra­men­te meri­ti mag­gio­ri rispo­ste rispet­to al tuo caso. Se hai biso­gno di assi­sten­za e con­su­len­za nel dirit­to di fami­glia con­tat­ta­ci via email o via Wha­tsApp. Di segui­to tro­ve­rai tut­ti i reca­pi­ti di cui hai biso­gno.

Avv. Fran­ce­sco Frez­za

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