DIRITTO DI VISITA: ASPETTI RELATIVI AL PADRE

Come funziona il diritto di visita del genitore non collocatario? Quanti giorni di visita spettano al padre e chi lo stabilisce?

Nel momen­to in cui un matri­mo­nio fini­sce, l’aspetto più deli­ca­to da ana­liz­za­re e le deci­sio­ni più dif­fi­ci­li da pren­de­re riguar­da­no i figli mino­ren­ni.
Si devo­no fare i con­ti, infat­ti, con il fal­li­men­to di cop­pia, con pro­mes­se non man­te­nu­te, con obiet­ti­vi non rag­giun­ti, con il risen­ti­men­to e la fru­stra­zio­ne. Per que­sto moti­vo in alcu­ni casi mari­to e moglie non rie­sco­no a tro­va­re pun­ti d’incontro e dan­no vita a veri e pro­pri scon­tri, nei qua­li la ven­det­ta sem­bra diven­ta­re l’arma miglio­re.

Se i geni­to­ri non rie­sco­no ad ave­re un rap­por­to civi­le, le col­pe non pos­so­no rica­de­re sui figli, per que­sto moti­vo la giu­ri­spru­den­za ha pre­vi­sto una serie di tute­le per fare in modo che i mino­ri non abbia­no riper­cus­sio­ni nega­ti­ve in segui­to alla sepa­ra­zio­ne dei coniu­gi.

Le nor­ma­ti­ve di rife­ri­men­to han­no, infat­ti, l’obiettivo di garan­ti­re al mino­re lo stes­so teno­re di vita che ave­va duran­te il matri­mo­nio dei geni­to­ri, e la stes­sa sta­bi­li­tà, inco­rag­gian­do un rap­por­to sano ed edu­ca­ti­vo con entram­bi. Per que­sto moti­vo di rego­la vie­ne sta­bi­li­to l’affidamento con­di­vi­so, attra­ver­so il qua­le sia la madre che il padre devo­no con­cor­re­re allo svi­lup­po psi­co­fi­si­co del figlio, por­tan­do avan­ti la bige­ni­to­ria­li­tà.

In ogni caso i bam­bi­ni non pos­so­no esse­re con­ti­nua­men­te tra­sfe­ri­ti da una casa all’altra, quin­di è neces­sa­rio sta­bi­li­re il cosid­det­to geni­to­re col­lo­ca­ta­rio, pres­so il qua­le vie­ne fis­sa­ta la resi­den­za del mino­re, e nel­la qua­le tra­scor­re la mag­gior par­te del tem­po. Soli­ta­men­te si trat­ta del­la dimo­ra mater­na.

Il padre, che vive in un’altra abi­ta­zio­ne, ha il dirit­to di visi­ta, cioè la facol­tà di pote­re vede­re i figli, secon­do quan­to sta­bi­li­to dal Giu­di­ce. In real­tà non si trat­ta tan­to di una pos­si­bi­li­tà con­ces­sa, quan­to inve­ce di un dove­re per favo­ri­re la cor­ret­ta cre­sci­ta del figlio, evi­tan­do di pro­cu­rar­gli dan­ni di tipi emo­ti­vo.

Vedia­mo allo­ra di affron­ta­re l’argomento, cer­can­do di capi­re cosa acca­de nel momen­to del­la sepa­ra­zio­ne e come deve esse­re affron­ta­ta la que­stio­ne del dirit­to di visi­ta.

Il Dirit­to di Visi­ta del Padre: cos’è

Esso con­si­ste nel dirit­to del geni­to­re non con­vi­ven­te (nel­la mag­gior par­te dei casi il padre) di con­ti­nua­re a man­te­ne­re dei rap­por­ti signi­fi­ca­ti­vi con i figli. A tal fine, come accen­na­to, ven­go­no gene­ral­men­te sta­bi­li­ti sia i gior­ni, che le ore, che gli even­tua­li perio­di di tem­po pro­lun­ga­ti che i mino­ri tra­scor­re­ran­no con il geni­to­re non col­lo­ca­ta­rio.

Di soli­to, più il calen­da­rio è det­ta­glia­to, più è pro­ba­bi­le che lo stes­so ven­ga effet­ti­va­men­te rispet­ta­to.

La Nor­ma­ti­va Ita­lia­na

In Ita­lia, il dirit­to di visi­ta è rego­la­to prin­ci­pal­men­te dagli arti­co­li 337-ter e 337-qua­ter del Codi­ce Civi­le, intro­dot­ti dal­la leg­ge n. 54 del 2006 sul­la “bige­ni­to­ria­li­tà”. Que­sta leg­ge sta­bi­li­sce che, anche in caso di sepa­ra­zio­ne, entram­bi i geni­to­ri devo­no con­ti­nua­re a eser­ci­ta­re la loro respon­sa­bi­li­tà geni­to­ria­le, garan­ten­do al bam­bi­no il dirit­to di man­te­ne­re un rap­por­to equi­li­bra­to e con­ti­nua­ti­vo con cia­scu­no di essi.

Il prin­ci­pio car­di­ne che gui­da il dirit­to di visi­ta è l’in­te­res­se supe­rio­re del mino­re. Que­sto prin­ci­pio si tra­du­ce nel­la neces­si­tà di valu­ta­re atten­ta­men­te le cir­co­stan­ze spe­ci­fi­che di cia­scun caso, assi­cu­ran­do che le deci­sio­ni pre­se sia­no vol­te a pro­teg­ge­re il benes­se­re emo­ti­vo, psi­co­lo­gi­co e fisi­co del bam­bi­no. Il giu­di­ce, nel deter­mi­na­re le moda­li­tà di visi­ta, deve con­si­de­ra­re vari fat­to­ri, tra cui l’e­tà del bam­bi­no, le sue esi­gen­ze emo­ti­ve e affet­ti­ve, e la capa­ci­tà del geni­to­re non affi­da­ta­rio di prov­ve­de­re alle sue neces­si­tà.

Come si eser­ci­ta il dirit­to di Visi­ta?

Il dirit­to di visi­ta può esse­re eser­ci­ta­to in diver­si modi, a secon­da del­le cir­co­stan­ze spe­ci­fi­che del caso e degli accor­di tra i geni­to­ri. Gene­ral­men­te, il giu­di­ce sta­bi­li­sce un calen­da­rio che pre­ve­de visi­te rego­la­ri, fine set­ti­ma­na alter­na­ti, vacan­ze esti­ve e festi­vi­tà. È pos­si­bi­le pre­ve­de­re anche visi­te con per­not­ta­men­to, a secon­da del­l’e­tà del bam­bi­no e del­la sua capa­ci­tà di adat­ta­men­to.

Chi è che deci­de in meri­to all’affidamento dei figli? Qua­li tipi di affi­da­men­to ci sono?

Il giu­di­ce decre­ta l’affidamento. In par­ti­co­la­re può sta­bi­li­re:

     

      • l’affidamento con­di­vi­so: è la rego­la, e garan­ti­sce la cosid­det­ta bige­ni­to­ria­li­tà, attra­ver­so la qua­le sia la madre che il padre han­no la facol­tà di deci­de­re per l’educazione e la vita del figlio.

      • l’affidamento esclu­si­vo: dispo­sto sola­men­te nei casi in cui un geni­to­re pre­sen­ti una mani­fe­sta inca­pa­ci­tà edu­ca­ti­va o risul­ti esse­re peri­co­lo­so per una cre­sci­ta sana del mino­re.

    La leg­ge vuo­le in ogni caso garan­ti­re una cre­sci­ta sere­na ai bam­bi­ni, attra­ver­so un rap­por­to costan­te ed equi­li­bra­to con entram­bi i geni­to­ri, anche se sepa­ra­ti. In un cer­to sen­so lo sco­po è quel­lo di man­te­ne­re uni­ta la fami­glia che si è crea­ta, indi­pen­den­te­men­te dal fat­to che il matri­mo­nio sia fini­to.

    Qua­li sono i casi in cui vie­ne rico­no­sciu­to l’affidamento esclu­si­vo?

    L’affidamento esclu­si­vo vie­ne accor­da­to sola­men­te in pre­sen­za di fat­ti con­si­de­ra­ti gra­vi e pre­giu­di­zie­vo­li, ad esem­pio:

       

        • com­por­ta­men­ti vio­len­ti

        • gra­vi pro­ble­mi di salu­te men­ta­le

        • caren­ze affet­ti­ve, cioè non vie­ne data la giu­sta cura al figlio in ter­mi­ni di edu­ca­zio­ne e man­te­ni­men­to

        • uso di sostan­ze stu­pe­fa­cen­ti

      E per l’affidamento con­di­vi­so?

      Seb­be­ne ci sia la cosid­det­ta “mater­nal pre­fe­ren­ce” nel­lo sta­bi­li­re il col­lo­ca­men­to, negli ulti­mi anni la giu­ri­spru­den­za ha dato mag­gio­re impor­tan­za al prin­ci­pio di bige­ni­to­ria­li­tà, sce­glien­do esclu­si­va­men­te nell’interesse dei bam­bi­ni. In que­sto sen­so la deci­sio­ne non può esse­re fat­ta con­si­de­ran­do sola­men­te il gene­re maschi­le o fem­mi­ni­le, ma valu­tan­do anche le rea­li risor­se per fare cre­sce­re al meglio la pro­le.

      Il nostro ordi­na­men­to tute­la l’in­te­res­se del figlio e del geni­to­re non col­lo­ca­ta­rio a man­te­ne­re rap­por­ti equi­li­bra­ti e signi­fi­ca­ti­vi.

      A par­ti­re dal­la rifor­ma che ha inte­res­sa­to nel 2006 il dirit­to di fami­glia, il nostro ordi­na­men­to pone come rego­la gene­ra­le in caso di sepa­ra­zio­ne dei coniu­gi con pro­le quel­la del­l’af­fi­da­men­to con­di­vi­so.

      Al dirit­to alla bige­ni­to­ria­li­tà dei figli, infat­ti, vie­ne oggi rico­no­sciu­to un rilie­vo pre­mi­nen­te e l’e­ser­ci­zio in comu­ne del­la respon­sa­bi­li­tà geni­to­ria­le è con­si­de­ra­to lo stru­men­to miglio­re per garan­ti­re ai mino­ri una cre­sci­ta e un’e­du­ca­zio­ne sere­ne e ade­gua­te. 

      L’af­fi­da­men­to con­di­vi­so, nel­la pra­ti­ca, com­por­ta che i figli, anche dopo la rot­tu­ra del lega­me matri­mo­nia­le dei pro­pri geni­to­ri, sia­no affi­da­ti sia alla madre che al padre e man­ten­ga­no con entram­bi dei rap­por­ti equi­li­bra­ti e signi­fi­ca­ti­vi.

      A tal fine, in sede di sepa­ra­zio­ne, le par­ti o, in caso di man­ca­to accor­do, il giu­di­ce, dopo aver deter­mi­na­to il geni­to­re con il qua­le i mino­ri con­ti­nue­ran­no a con­vi­ve­re, sta­bi­li­sco­no anche i tem­pi e le moda­li­tà di pre­sen­za dei figli pres­so l’al­tro.

      Fra­zio­na­men­to del­le visi­te

      Seb­be­ne la leg­ge non det­ti cri­te­ri pre­ci­si del dirit­to di visi­ta, è chia­ro che esso deve ispi­rar­si a prin­ci­pi di coe­ren­za e buon sen­so allo sco­po di tute­la­re il più pos­si­bi­le il mino­re.

      In tal sen­so, quin­di, è oppor­tu­no evi­ta­re l’ec­ces­si­vo fra­zio­na­men­to del­le visi­te costrin­gen­do il figlio a spo­sta­men­ti con­ti­nui da un luo­go ad un altro con tut­te le con­se­guen­ze che ne deri­va­no, spe­cie nel cor­so del­l’an­no sco­la­sti­co.

      La pras­si è per­tan­to quel­la di garan­ti­re la pre­sen­za del mino­re pres­so il geni­to­re non con­vi­ven­te maga­ri un solo gior­no duran­te la set­ti­ma­na e pri­vi­le­gia­re il pro­lun­ga­men­to nei fine set­ti­ma­na o nei perio­di di vacan­za da scuo­la.

      Abi­tual­men­te, sep­pu­re ciò non costi­tui­sca una rego­la, si pre­ve­de che i figli resti­no con il geni­to­re con il qua­le non con­vi­va­no, un pome­rig­gio duran­te la set­ti­ma­na ed il fine set­ti­ma­na o due pome­rig­gi duran­te la set­ti­ma­na e non il fine set­ti­ma­na, alter­na­ti­va­men­te.

      Si dà poi dirit­to al geni­to­re non col­lo­ca­ta­rio di tene­re con sé i mino­ri per perio­di pro­lun­ga­ti, anche di più set­ti­ma­ne, duran­te le vacan­ze esti­ve e/​o nata­li­zie.

      In casi mol­to rari, del tut­to ecce­zio­na­li e che han­no come pre­sup­po­sto impre­scin­di­bi­le la resi­den­za dei geni­to­ri nel­la mede­si­ma cit­tà, si pre­ve­de l’af­fi­da­men­to alter­na­to, con pre­sen­za del mino­re per perio­di più lun­ghi ed ana­lo­ghi (una set­ti­ma­na, due set­ti­ma­ne, un mese e così via) in suc­ces­sio­ne pres­so il padre e pres­so la madre.

      Ci pos­so­no esse­re degli aspet­ti “pato­lo­gi­ci” del dirit­to di visi­ta? Sì.

      NON CI RESTA CHE VEDERLI INSIEME

      In alcu­ni casi, il dirit­to di visi­ta può esse­re eser­ci­ta­to in moda­li­tà pro­tet­ta, sot­to la super­vi­sio­ne di un assi­sten­te socia­le o di un altro pro­fes­sio­ni­sta, qua­lo­ra sus­si­sta­no situa­zio­ni di con­flit­to o rischio per il mino­re. Que­sto tipo di visi­ta è spes­so tem­po­ra­neo e vie­ne adot­ta­to come misu­ra di pro­te­zio­ne fino a quan­do non ven­ga rista­bi­li­to un cli­ma di fidu­cia e sicu­rez­za.

      Il dirit­to di visi­ta del padre può incon­tra­re diver­se pro­ble­ma­ti­che. Spes­so, le ten­sio­ni tra gli ex coniu­gi pos­so­no influi­re nega­ti­va­men­te sul rap­por­to tra padre e figlio, por­tan­do a con­ten­zio­si lega­li e osta­co­li nel­l’e­ser­ci­zio del dirit­to di visi­ta. In que­sti casi, la media­zio­ne fami­lia­re può rap­pre­sen­ta­re un vali­do stru­men­to per aiu­ta­re i geni­to­ri a tro­va­re accor­di con­di­vi­si e a ridur­re i con­flit­ti.

      Inol­tre, la sin­dro­me di alie­na­zio­ne paren­ta­le (PAS) è un feno­me­no che può com­pli­ca­re ulte­rior­men­te la situa­zio­ne. Si trat­ta di un pro­ces­so attra­ver­so il qua­le un geni­to­re, con­sa­pe­vol­men­te o incon­sa­pe­vol­men­te, influen­za nega­ti­va­men­te il mino­re nei con­fron­ti del­l’al­tro geni­to­re, dan­neg­gian­do il lega­me affet­ti­vo. Il rico­no­sci­men­to e la gestio­ne di que­sta pro­ble­ma­ti­ca richie­do­no l’in­ter­ven­to di pro­fes­sio­ni­sti esper­ti in ambi­to psi­co­lo­gi­co e lega­le.

      Oltre agli aspet­ti “pato­lo­gi­ci” che abbia­mo appe­na ana­liz­za­to quel­lo che dob­bia­mo chie­der­ci, pri­ma di con­clu­de­re il seguen­te arti­co­lo, è se ci sono e qua­li sono le con­se­guen­ze del man­ca­to eser­ci­zio del dirit­to di visi­ta da par­te del padre.

      Può acca­de­re che il padre non eser­ci­ti il pro­prio dirit­to di visi­ta? Qua­li sono le con­se­guen­ze?

      Se il padre non eser­ci­ta il pro­prio dirit­to di visi­ta ripe­tu­ta­men­te, il giu­di­ce può far discen­de­re da tale suo com­por­ta­men­to l’ap­pli­ca­zio­ne ecce­zio­na­le del­l’af­fi­da­men­to esclu­si­vo in capo all’al­tro.

      Pur non essen­do il dirit­to di visi­ta un dirit­to coer­ci­bi­le, infat­ti, ciò non vuol dire che il suo man­ca­to eser­ci­zio non dia luo­go ad alcu­na con­se­guen­za.

      Anzi in casi estre­mi l’as­sen­tei­smo del padre può com­por­ta­re con­se­guen­ze anche più pesan­ti, vale a dire sia la deca­den­za del­la respon­sa­bi­li­tà geni­to­ria­le ai sen­si del­l’ar­ti­co­lo 350 del codi­ce di pro­ce­du­ra civi­le, che la respon­sa­bi­li­tà pena­le per il rea­to di cui all’ar­ti­co­lo 570 del codi­ce pena­le (vio­la­zio­ne degli obbli­ghi di assi­sten­za fami­lia­re), che, infi­ne, l’ob­bli­go al risar­ci­men­to del dan­no.

      Il dirit­to in esa­me, infat­ti, rap­pre­sen­ta non solo un dirit­to ma anche un vero e pro­prio dove­re nei con­fron­ti dei figli e del­l’al­tro geni­to­re.

      Quin­di anche nel caso in cui tra il figlio e il padre sus­si­sta­no dei rap­por­ti con­flit­tua­li, tale cir­co­stan­za non è di per sé suf­fi­cien­te a legit­ti­ma­re l’al­tro geni­to­re a nega­re l’e­ser­ci­zio del dirit­to di visi­ta. Se la situa­zio­ne è gra­ve­men­te com­pro­mes­sa, caso­mai, è pos­si­bi­le affi­dar­si a uno psi­co­lo­go che aiu­ti nel­la cor­ret­ta gestio­ne del­la dina­mi­ca fami­lia­re.

      In Con­clu­sio­ne

      Il dirit­to di visi­ta del padre rap­pre­sen­ta un ele­men­to essen­zia­le per il benes­se­re del bam­bi­no, garan­ten­do la con­ti­nui­tà del lega­me affet­ti­vo con entram­bi i geni­to­ri. La nor­ma­ti­va ita­lia­na, ispi­ra­ta al prin­ci­pio del­la bige­ni­to­ria­li­tà, cer­ca di bilan­cia­re le esi­gen­ze di tut­ti i mem­bri del­la fami­glia, met­ten­do sem­pre al cen­tro l’in­te­res­se supe­rio­re del mino­re. Tut­ta­via, la com­ples­si­tà del­le rela­zio­ni fami­lia­ri e le pos­si­bi­li ten­sio­ni post-sepa­ra­zio­ne richie­do­no un approc­cio sen­si­bi­le e fles­si­bi­le, capa­ce di adat­tar­si alle spe­ci­fi­che esi­gen­ze di cia­scun caso, per assi­cu­ra­re che ogni bam­bi­no pos­sa cre­sce­re in un ambien­te sicu­ro e affet­ti­va­men­te ric­co.

      I pun­ti più impor­tan­ti di que­sto argo­men­to sono sta­ti affron­ta­ti, ma TU che hai let­to fin qui, sicu­ra­men­te meri­ti mag­gio­ri rispo­ste rispet­to al tuo caso. Se hai biso­gno di assi­sten­za e con­su­len­za nel dirit­to di fami­glia con­tat­ta­ci via email o via Wha­tsApp. Di segui­to tro­ve­rai tut­ti i reca­pi­ti di cui hai biso­gno.

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