L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO NELLE UNIONI CIVILI: UNA NUOVA TUTELA PER I PARTNER ECONOMICAMENTE PIU’ DEBOLI

La decisione della Cassazione rappresenta un importante traguardo nell'evoluzione dei diritti delle coppie omosessuali in Italia.

La recen­te ordi­nan­za del­la Cas­sa­zio­ne civi­le n. 25495 del 2025 ha segna­to un momen­to sto­ri­co per i dirit­ti del­le cop­pie omo­ses­sua­li in Ita­lia, sta­bi­len­do defi­ni­ti­va­men­te che anche dopo lo scio­gli­men­to di un’u­nio­ne civi­le è pos­si­bi­le otte­ne­re un asse­gno di man­te­ni­men­to a favo­re del part­ner eco­no­mi­ca­men­te più debo­le. Que­sta deci­sio­ne rap­pre­sen­ta un impor­tan­te pas­so avan­ti nel­l’e­qui­pa­ra­zio­ne dei dirit­ti tra matri­mo­nio tra­di­zio­na­le e unio­ni civi­li, appli­can­do le stes­se rego­le pre­vi­ste per il divor­zio.

Il Caso che ha Fatto Giurisprudenza

La vicen­da che ha por­ta­to a que­sta impor­tan­te pro­nun­cia riguar­da­va una don­na che, al ter­mi­ne di una rela­zio­ne omo­ses­sua­le for­ma­liz­za­ta con unio­ne civi­le, ave­va chie­sto un con­tri­bu­to eco­no­mi­co all’ex com­pa­gna. La Pri­ma Sezio­ne Civi­le del­la Cas­sa­zio­ne ha accol­to il ricor­so, chia­ren­do che in caso di rot­tu­ra di un’u­nio­ne civi­le è pos­si­bi­le sta­bi­li­re un asse­gno perio­di­co a favo­re del part­ner eco­no­mi­ca­men­te più debo­le, appli­can­do le stes­se rego­le pre­vi­ste per il divor­zio.

Il Quadro Normativo di Riferimento

Per com­pren­de­re appie­no la por­ta­ta di que­sta deci­sio­ne, è neces­sa­rio fare rife­ri­men­to alla Leg­ge n. 76 del 20 mag­gio 2016, che ha isti­tui­to le unio­ni civi­li in Ita­lia. L’ar­ti­co­lo 1, com­ma 25, di que­sta leg­ge sta­bi­li­sce che “si appli­ca­no, in quan­to com­pa­ti­bi­li, gli arti­co­li 5, pri­mo, quin­to, sesto, set­ti­mo, otta­vo, deci­mo e undi­ce­si­mo com­ma, 9 secon­do com­ma, 9‑bis, 10 secon­do com­ma, 12-bis, 12-ter, 12-qua­ter e 12-quin­quies del­la leg­ge 1° dicem­bre 1970, n. 898”.

Que­sto rin­vio è fon­da­men­ta­le per­ché inclu­de spe­ci­fi­ca­men­te l’ar­ti­co­lo 5 del­la Leg­ge sul divor­zio, che disci­pli­na pro­prio l’as­se­gno di man­te­ni­men­to. Il com­ma 6 di que­sto arti­co­lo pre­ve­de che il tri­bu­na­le “dispo­ne l’ob­bli­go per un coniu­ge di som­mi­ni­stra­re perio­di­ca­men­te a favo­re del­l’al­tro un asse­gno quan­do que­st’ul­ti­mo non ha mez­zi ade­gua­ti o comun­que non può pro­cu­rar­se­li per ragio­ni ogget­ti­ve”.

I Presupposti per il Riconoscimento dell’Assegno

Come con­fer­ma­to dal­la giu­ri­spru­den­za più recen­te, l’as­se­gno di man­te­ni­men­to nel­le unio­ni civi­li segue gli stes­si cri­te­ri appli­ca­ti nel divor­zio. La Cas­sa­zio­ne ha chia­ri­to che il rico­no­sci­men­to del­l’as­se­gno di man­te­ni­men­to in favo­re del­l’ex part­ner richie­de l’ac­cer­ta­men­to del­l’i­na­de­gua­tez­za dei mez­zi del­l’ex part­ner istan­te e del­l’im­pos­si­bi­li­tà ogget­ti­va di pro­cu­rar­se­li.

I cri­te­ri di valu­ta­zio­ne sono mol­te­pli­ci e devo­no esse­re con­si­de­ra­ti in modo coor­di­na­to:

- Con­di­zio­ni eco­no­mi­che del­le par­ti: Il giu­di­ce deve effet­tua­re una valu­ta­zio­ne com­pa­ra­ti­va del­le con­di­zio­ni eco­no­mi­co-patri­mo­nia­li di entram­bi i part­ner, con­si­de­ran­do non solo i red­di­ti attua­li ma anche il patri­mo­nio com­ples­si­vo di cia­scu­no.

- Con­tri­bu­to alla vita comu­ne: Vie­ne valu­ta­to il con­tri­bu­to for­ni­to dal richie­den­te alla con­du­zio­ne del­la vita fami­lia­re e alla for­ma­zio­ne del patri­mo­nio comu­ne e per­so­na­le di cia­scun part­ner. Que­sto inclu­de sia gli appor­ti eco­no­mi­ci diret­ti sia quel­li indi­ret­ti, come la cura del­la casa e l’as­si­sten­za al part­ner.

- Dura­ta del­l’u­nio­ne: La dura­ta del­l’u­nio­ne civi­le costi­tui­sce un ele­men­to impor­tan­te nel­la valu­ta­zio­ne, poi­ché unio­ni più lun­ghe com­por­ta­no gene­ral­men­te mag­gio­ri sacri­fi­ci e rinun­ce da par­te del part­ner eco­no­mi­ca­men­te più debo­le.

- Età e capa­ci­tà lavo­ra­ti­va: L’e­tà del richie­den­te e le sue effet­ti­ve pos­si­bi­li­tà di rein­se­ri­men­to nel mon­do del lavo­ro sono fat­to­ri cru­cia­li nel­la deter­mi­na­zio­ne sia del­l’an che del quan­tum del­l’as­se­gno.

La Duplice Funzione dell’Assegno

L’as­se­gno di man­te­ni­men­to nel­le unio­ni civi­li, come quel­lo divor­zi­le, assol­ve una dupli­ce fun­zio­ne che la giu­ri­spru­den­za ha chia­ra­men­te deli­nea­to:

-Fun­zio­ne assi­sten­zia­le: Garan­ti­sce al part­ner eco­no­mi­ca­men­te più debo­le i mez­zi neces­sa­ri per una vita digni­to­sa, quan­do que­sti non dispon­ga di risor­se ade­gua­te e non pos­sa pro­cu­rar­se­le per ragio­ni ogget­ti­ve.

-Fun­zio­ne com­pen­sa­ti­va e pere­qua­ti­va: Rico­no­sce e com­pen­sa il con­tri­bu­to for­ni­to dal part­ner più debo­le alla vita comu­ne e alla for­ma­zio­ne del patri­mo­nio fami­lia­re, spe­cial­men­te quan­do que­sto abbia com­por­ta­to sacri­fi­ci pro­fes­sio­na­li o rinun­ce a oppor­tu­ni­tà di car­rie­ra.

Le Differenze con l’Assegno di Separazione

È impor­tan­te distin­gue­re l’as­se­gno pre­vi­sto per lo scio­gli­men­to del­le unio­ni civi­li da quel­lo pre­vi­sto per la sepa­ra­zio­ne matri­mo­nia­le. Men­tre l’as­se­gno di sepa­ra­zio­ne, disci­pli­na­to dal­l’ar­ti­co­lo 156 del Codi­ce civi­le, ha come para­me­tro di rife­ri­men­to il man­te­ni­men­to del teno­re di vita godu­to duran­te il matri­mo­nio, l’as­se­gno per lo scio­gli­men­to del­l’u­nio­ne civi­le segue i cri­te­ri del divor­zio.

La Cas­sa­zio­ne ha chia­ri­to che “la sepa­ra­zio­ne per­so­na­le, a dif­fe­ren­za del­lo scio­gli­men­to o ces­sa­zio­ne degli effet­ti civi­li del matri­mo­nio, pre­sup­po­ne la per­ma­nen­za del vin­co­lo coniu­ga­le”, men­tre lo scio­gli­men­to del­l’u­nio­ne civi­le com­por­ta la defi­ni­ti­va ces­sa­zio­ne del rap­por­to.

I Criteri di Quantificazione

La deter­mi­na­zio­ne del­l’im­por­to del­l’as­se­gno richie­de una valu­ta­zio­ne arti­co­la­ta che ten­ga con­to di tut­ti gli ele­men­ti pre­vi­sti dal­la nor­ma­ti­va. Il giu­di­ce deve con­si­de­ra­re:

-Le con­di­zio­ni eco­no­mi­che di entram­bi i part­ner al momen­to del­lo scio­gli­men­to

-Il con­tri­bu­to per­so­na­le ed eco­no­mi­co dato da cia­scu­no alla con­du­zio­ne del­la vita comu­ne

-La for­ma­zio­ne del patri­mo­nio di cia­scu­no o di quel­lo comu­ne

-Il red­di­to di entram­bi i part­ner

-La dura­ta del­l’u­nio­ne civi­le

-L’e­tà e le con­di­zio­ni di salu­te del richie­den­te

-Le ragio­ni del­lo scio­gli­men­to del­l’u­nio­ne

L’Onere della Prova

Gra­va sul part­ner che richie­de l’as­se­gno l’o­ne­re di dimo­stra­re la sus­si­sten­za dei pre­sup­po­sti per il suo rico­no­sci­men­to. Come pre­ci­sa­to dal­la giu­ri­spru­den­za, non è suf­fi­cien­te una gene­ri­ca dedu­zio­ne del­lo sta­to di disoc­cu­pa­zio­ne, ma è neces­sa­rio pro­va­re l’ef­fet­ti­va impos­si­bi­li­tà di pro­cu­rar­si mez­zi ade­gua­ti di sosten­ta­men­to.

La Cas­sa­zio­ne ha spe­ci­fi­ca­to che “non sono deci­si­ve, ai fini del­la con­ces­sio­ne del­l’as­se­gno, le vicen­de fami­lia­ri pre­ce­den­ti all’u­nio­ne civi­le né la mera dedu­zio­ne di una con­di­zio­ne di inva­li­di­tà in assen­za di pro­va del­l’i­na­bi­li­tà al lavo­ro”.

Le Modalità di Corresponsione

L’as­se­gno può esse­re cor­ri­spo­sto in for­ma perio­di­ca men­si­le, con pre­vi­sio­ne di ade­gua­men­to auto­ma­ti­co alme­no con rife­ri­men­to agli indi­ci di sva­lu­ta­zio­ne mone­ta­ria. In alter­na­ti­va, su accor­do del­le par­ti e se rite­nu­to equo dal tri­bu­na­le, può esse­re cor­ri­spo­sto in un’u­ni­ca solu­zio­ne, caso in cui non potrà esse­re pro­po­sta alcu­na suc­ces­si­va doman­da di con­te­nu­to eco­no­mi­co.

L’ob­bli­go di cor­re­spon­sio­ne del­l’as­se­gno ces­sa se il part­ner bene­fi­cia­rio con­trae matri­mo­nio o costi­tui­sce una nuo­va unio­ne civi­le, seguen­do le stes­se rego­le pre­vi­ste per il divor­zio dal­l’ar­ti­co­lo 5 del­la Leg­ge n. 898 del 1970.

Le Tutele Penali

È impor­tan­te sot­to­li­nea­re che il man­ca­to paga­men­to del­l’as­se­gno di man­te­ni­men­to sta­bi­li­to in sede di scio­gli­men­to del­l’u­nio­ne civi­le è tute­la­to penal­men­te. L’ar­ti­co­lo 570-bis del Codi­ce pena­le pre­ve­de infat­ti che “le pene pre­vi­ste dal­l’ar­ti­co­lo 570 si appli­ca­no al coniu­ge che si sot­trae all’ob­bli­go di cor­re­spon­sio­ne di ogni tipo­lo­gia di asse­gno dovu­to in caso di scio­gli­men­to, di ces­sa­zio­ne degli effet­ti civi­li o di nul­li­tà del matri­mo­nio”.

Altri Diritti Economici Derivanti dallo Scioglimento

Oltre all’as­se­gno di man­te­ni­men­to, lo scio­gli­men­to del­l’u­nio­ne civi­le può com­por­ta­re il rico­no­sci­men­to di altri dirit­ti eco­no­mi­ci. L’ar­ti­co­lo 9‑bis del­la Leg­ge sul divor­zio, appli­ca­bi­le anche alle unio­ni civi­li, pre­ve­de la pos­si­bi­li­tà di otte­ne­re un asse­gno perio­di­co a cari­co del­l’e­re­di­tà in caso di deces­so del­l’ob­bli­ga­to.

Inol­tre, l’ar­ti­co­lo 12-bis rico­no­sce il dirit­to ad una per­cen­tua­le del­l’in­den­ni­tà di fine rap­por­to per­ce­pi­ta dal­l’al­tro part­ner, pari al qua­ran­ta per cen­to del­l’in­den­ni­tà tota­le rife­ri­bi­le agli anni in cui il rap­por­to di lavo­ro è coin­ci­so con l’u­nio­ne civi­le.

Prospettive Future e Considerazioni Conclusive

La deci­sio­ne del­la Cas­sa­zio­ne rap­pre­sen­ta un impor­tan­te tra­guar­do nel­l’e­vo­lu­zio­ne dei dirit­ti del­le cop­pie omo­ses­sua­li in Ita­lia. L’e­qui­pa­ra­zio­ne del­le unio­ni civi­li al matri­mo­nio per quan­to riguar­da l’as­se­gno di man­te­ni­men­to post-scio­gli­men­to garan­ti­sce una tute­la effet­ti­va al part­ner eco­no­mi­ca­men­te più debo­le, rico­no­scen­do il valo­re del con­tri­bu­to for­ni­to alla vita comu­ne.

Que­sta pro­nun­cia si inse­ri­sce in un più ampio pro­ces­so di armo­niz­za­zio­ne del­la disci­pli­na del­le unio­ni civi­li con quel­la del matri­mo­nio, pur nel rispet­to del­le spe­ci­fi­ci­tà di cia­scun isti­tu­to. La giu­ri­spru­den­za con­ti­nua a svol­ge­re un ruo­lo fon­da­men­ta­le nel­l’in­ter­pre­ta­zio­ne e nel­l’ap­pli­ca­zio­ne del­la nor­ma­ti­va, con­tri­buen­do a defi­ni­re i con­tor­ni di dirit­ti e dove­ri che deri­va­no dal­le unio­ni civi­li.

Per i pro­fes­sio­ni­sti del dirit­to, que­sta evo­lu­zio­ne giu­ri­spru­den­zia­le richie­de un aggior­na­men­to costan­te e una cono­scen­za appro­fon­di­ta sia del­la nor­ma­ti­va spe­ci­fi­ca sul­le unio­ni civi­li sia dei prin­ci­pi con­so­li­da­ti in mate­ria di dirit­to di fami­glia. La com­ples­si­tà del­la mate­ria e la neces­si­tà di una valu­ta­zio­ne caso per caso ren­do­no indi­spen­sa­bi­le un approc­cio tec­ni­co rigo­ro­so e una pre­pa­ra­zio­ne spe­ci­fi­ca per tute­la­re ade­gua­ta­men­te i dirit­ti di tut­ti i sog­get­ti coin­vol­ti.

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